Perquisizioni a Report, coro di critiche

Ha provocato una levata di scudi di tutta la categoria la vicenda delle perquisizioni alla redazione di Report e nell’abitazione dell’inviato Paolo Mondani.

«Il motivo – scrive Sigfrido Ranucci di Report – sarebbe quello di sequestrare atti riguardanti l'inchiesta di lunedì sera sulla strage di Capaci nella quale si evidenziava la presenza di Stefano delle Chiaie, leader di Avanguardia nazionale, sul luogo dell'attentato di Capaci. Gli investigatori cercano atti e testimonianze anche su telefonini e pc».

La Federazione della Stampa parla dell'urgenza «di approvare norme più efficaci a tutela delle fonti e del segreto professionale dei giornalisti». Per il sindacato la perquisizione «è inaccettabile perché, nonostante la dichiarata disponibilità a collaborare con gli inquirenti, è stata disposta anche l'acquisizione di copie dei dati presenti su computer e telefoni».

Anche per l'Usigrai questo «è sintomo grave di arretramento della libertà di espressione in questo Paese».
«L'Usigrai tutelerà in ogni sede la libertà di espressione garantita dall'articolo 21 della Costituzione e il diritto dei cittadini ad essere informati nonché la protezione delle fonti giornalistiche ed è vicina ai colleghi della Redazione di Report».

E’ intervenuto anche il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli: «Il segreto delle fonti è un cardine inviolabile della professione giornalistica, in particolare per quello di inchiesta. Le perquisizioni sono sempre atti invasivi, anche quando non espressamente "ostili" nei confronti dei perquisiti, a maggior ragione se non indagati'».

Ultima modifica: Mar 24 Mag 2022

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