Intercettazioni: le modifiche del Pdl. La maggioranza presenta gli emendamenti: possibile pubblicare il riassunto degli atti sui giornali. Il ddl al voto da lunedì. Opposizioni: legge sbagliata

INTERC1Svolta sulle intercettazioni. La maggioranza ha presentato in Senato gli emendamenti al disegno di legge  che da lunedì sarà messo ai voti.  Le proposte di modifica al ddl portano le firme, tra gli altri, del presidente del gruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri e del vicepresidente vicario Gaetano Quagliariello.

Tra le novità più clamorose, quella che riguarda la possibilità di pubblicare il riassunto degli atti.
Per uno squarcio di libertà in più rimangono, comunque, forti divieti. Un secondo emendamento vieta la pubblicazione anche parziale, per riassunto o nel contenuto delle intercettazioni, anche se non più coperte dal segreto fino alla conclusione delle indagini preliminari.
Vietata anche la pubblicazione (anche in questo caso parziale, per riassunto o nel contenuto) delle ordinanze emesse in materia di misure cautelari.
Stesso divieto vale anche per le richieste di tali misure.
Si potrà pubblicare il contenuto solo dopo che l'indagato o il suo difensore siano venuti a conoscenza dell'ordinanza del giudice.
Sempre vietata la pubblicazione delle intercettazioni di cui sia stata ordinata la distruzione o che riguardino fatti, circostanze e persone estranee alle indagini.

Riprese tv- L'intero comma 10 del ddl intercettazioni, quello che riguardava la disciplina sulle riprese visive è stato soppresso da un emendamento presentato dai vertici dei gruppi del Pdl e della Lega. Ora si parlerà solo di "intercettazioni di immagini mediante riprese visive", togliendo così tutta quella parte che disciplinava le riprese visive "captative" e "non captative". "Le riprese visive, insomma - spiega il relatore del ddl Roberto Centaro - diventeranno oggetto di una normativa ad hoc".

Pubblicisti -
Accolto anche l'appello di Milena Gabanelli, la conduttrice di report, che chiedeva tutele per i pubblicisti. Un emendamento, infatti, prevede che anche i pubblicisti, oltre agli 007 e ai giornalisti professionisti, potranno effettuare registrazioni di comunicazioni e riprese ai fini dell'attività di cronaca. Uno degli emendamenti stabilisce la non punibilità "quando le riprese e le registrazioni sono effettuate ai fini dell'attività di cronaca da giornalisti iscritti all'ordine professionale» e non più, come era nel testo approvato dalla commissione «giornalisti iscritti all'albo professionale9:37 28 MAG 2010

Il Pdl ha anche presentato due emendamenti sulle intercettazioni mediante riprese visive. Il primo emendamento cancella la norma che introduceva una distinzione fra operazioni di ripresa visiva a contenuto captativo di conversazioni ed operazioni di ripresa visiva a contenuto non captativo di conversazioni. Il secondo emendamento introduce la seguente formula: "Nei casi di intercettazioni di immagini mediante riprese visive". Non e' chiaro se le intercettazioni mediante riprese visive potranno quindi captare anche i contenuti di conversazioni oppure se dovranno limitarsi solo alle immagini.

Ma la maggioranza, almeno ufficialmente, fa quadrato. Bricolo, ad esempio, sottolinea di condividere ogni emendamento a prima firma Gasparri. Anche se la proposta di modifica che estende la norma transitoria ai processi in corso in realta' non portava la firma di nessun esponente del Carroccio.

E' vero che alcune parti sono state "ammorbidite" si sostiene nel Pd, a cominciare dalla possibilita' di pubblicare atti di indagine almeno per riassunto (il cosiddetto 'Lodo Bongiorno') ma "e' proprio l'impianto della legge che e' sbagliato".

Cosi' la protesta continua. Il popolo Viola per domani organizza presidi e iniziative. Mentre la Fnsi e l'Odg restano sul piede di guerra. Di fiducia al momento non se ne parla, assicura Gasparri, a meno che l'opposizione "non faccia ostruzionismo". "Io sono tranquillo - afferma il ministro dell'Interno Roberto Maroni - perche' in questo ddl non c'e' nulla che possa intralciare le indagini di mafia" (agenzie)

 

FNSI: la legge rimane un macigno. Allo studio iniziative legali per il ricorso alla Corte Europea

INTERCETT2INTERCET3

Il Segretario Generale e il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi ( n.f. a sinistra) e Roberto Natale ( n.f. a destra), appresa la notizia della calendarizzazione al Senato del disegno di legge sulle intercettazioni, hanno rilasciato la seguente dichiarazione, durante i lavori del congresso mondiale dei giornalisti, che si sta svolgendo a Cadice in Spagna e che ha manifestato viva preoccupazione sulle notizie provenienti dall'Italia:

"Allo stato dell'arte per il diritto di cronaca il ddl sulle intercettazioni rimane un macigno. Le ipotizzate novità, almeno per ora, sono clandestine. I preannunci di ammorbidimento di sanzioni segnano sì una riflessione in più da parte di chi sta proponendo un disegno di legge incoerente con le esigenze di bilanciare diversi diritti (giustizia, informazione e privacy) ma, per quanto si può dedurre dalle indiscrezioni che circolano, non modificano un elemento di sostanza che, invece, deve essere rimoss la cronaca sulle notizienon può mai diventare un reato e quindi oggetto di sanzioni, per editori e giornalisti, come le multe e il carcere.All'aula del Senato, che - come ci ha detto il Presidente Schifani - avrà il modo e il tempo di ricercare l'equilibrio tra diritti fondamentali chiediamo una riflessione nuova e l'opportunità che tutte le parti in causa, quindi anche giornalisti ed editori, possano valutare eventuali nuove proposte, qualunque sia il loro segno. Certamente non possiamo non ribadire quattro nostri punti fermi fondamentali: gli atti non più segreti non possono essere interdetti alla pubblicazione; una udienza filtro può e deve sgombrare il campo da ogni pregiudizio e stabilire quali siano gli atti di indagine che hanno rilevanza e, quindi,vengono depositati e resi disponibili anche per la conoscenza pubblica mettendo da parte gli altri documenti che riguardino persone o situazioni estranee; il Giurì per la lealtà dell'informazione che entro tre giorni si pronunci sui ricorsi per i casi di eventuale violazione della riservatezza delle persone da parte dell'informazione; tempi certi, non illimitati,della durata del segreto giudiziario. Occorre sempre ricordare che il diritto fondamentale dei cittadini a conoscere e sapere i fatti di rilevante interesse pubblico è un diritto vitale irrinunciabile da cui dipende il corretto funzionamento del circuito democratico". (Asca)

Intanto I legali della Fnsi faranno il punto lunedi' sul ricorso alla Corte Europea dei diritti dell'uomo se fosse approvato il ddl intercettazioni. I legali hanno gia' messo a punto una bozza di ricorso e la riunione di lunedi' sara' utile per un aggiornamento, sopratutto in relazione alle ultime notizie sugli undici emendamenti presentati dalla maggioranza'.All'incontro parteciperanno l'UsigRai e l'associazione Articolo 21. (ansa)

 

 

ODG: si deve fare di piu'.Il presidente Del Boca firmera' gli articoli sotto censura

INTERCET4INTERCET5

L'Ordine dei giornalisti dovra' tutelare i giornalisti che per compiere il loro dovere violeranno la legge sulle intercettazioni. Ad affermarlo e' il presidente uscente (e candidato alle prossime elezioni dell'Ordine) Lorenzo del Boca ( n.f. a sinistra). I giornalisti hanno il dovere di dare le notizie di cui sono a conoscenza.Si dovranno studiare tecnicamente i modi - ha detto -ma il concetto e' che se un cronista intende rendere pubblico cio' che, in base alle nuove disposizioni, sarebbe censurato, l'Ordine firmera' l'articolo in modo da essumersene in pieno la responsabilita'. (ANSA).

Inoltre, in un comunicato dell'Odg, e' stato sostenuto dal presidente Del Boca e dal segretario Enzo Iacopino (n.f. a destra) che:""Sul decreto intercettazioni si può certamente fare di più".

"E' apprezzabile lo sforzo annunciato dal sen. Maurizio Gasparri  - e' detto ancora nel comunicato - e da altri autorevoli esponenti del Pdl e della Lega. Un risultato al quale l'Ordine non è estraneo perché senza cercare riflettori ha promosso e partecipato ad incontri con i parlamentari, l'ultimo dei quali martedì in Senato, per riflettere insieme sulle devastanti conseguenze delle norme così come erano state messe a punto dalla commissione. Ma si può fare di più, certamente.

Sono i magistrati a dover decidere cosa inserire nel fascicolo processuale consegnato alle parti. Sono i cittadini, per il tramite dei giornalisti, ad avere il diritto di conoscere ogni particolare delle inchieste nel momento in cui gli atti dell'indagine cessano di essere segreti. Ci sono state certamente in passato delle irresponsabili violazioni della privacy di indagati o arrestati, con conseguenze intollerabili sugli stessi e le loro famiglie. Si tratta di casi sporadici, venti o forse meno in qualche decennio. Comportamenti deplorevoli anche se riguardassero un solo episodio. Ma occorre evitare che questo diventi un alibi per provvedimenti punitivi nei confronti non dei giornalisti, ma dei cittadini privati del diritto di sapere. Auspichiamo che già in Senato possa essere fatto un ulteriore sforzo in aggiunta a quello che si prefigura a favore agli editori. L'aver accolto la richiesta dell'Odg di prevedere la non punibilità per tutti "i giornalisti iscritti all'Ordine" che per documentare quel che avviene non chiedono l'autorizzazione a registrare audio o video è un passo nella giusta direzione. Se ne possono fare altri, facendo prevalere - con un confronto sereno - il buonsenso. Si può certamente fare di più: non per i giornalisti, ma per tutelare i diritti dei cittadini. Si deve fare di più". (Odg)

 

La posizione della Cei

INTERCET6

Il segretario generale della Cei monsignor Crociata (nella foto) ha chiesto di salvaguardare tutti beni in gioco nella nuova legge sulle intercettazioni.E cioe' 'la tutela dei singoli individui, ordinamento della giustizia, esigenze della solidarieta' e della comunicazione'.Una legge sulle intercettazioni che sia equilibrata. L'invocano, in sostanza, i vescovi riuniti in Assemblea intervenendo sul tema dopo tanto parlare dei politici.Mons. Crociata, incontrando i giornalisti a latere dell'assemblea generale della Cei in corso a Roma, ha premesso che è intenzione dei vescovi «rispettare quello che il popolo italiano, tramite il proprio governo, decide». Ha però espresso «l'auspicio», nella visione dei vescovi di «concorrere al bene comune», che «i beni in gioco nella questione» del ddl sulle intercettazioni «siano salvaguardati tutti, insieme ed equilibratamente». «Questo - ha  concluso - è quello che esprime il sentire del nostro popolo». (Ansa)


La posizione dell' Ucsi

INTERCET7

Il presidente dell'UCSI, Andrea Melodia, ha sostenuto in un comunicato diffuso  alla stampa:"Se dovesse essere approvato, il DDL sulle intercettazioni avrebbe ripercussioni negative sia sulla libertà di informazione sia sulla vita pubblica in generale".  "Non solo per la maggiore difficoltà oggettiva a dare notizie sugli scandali e le malversazioni, o per l'ulteriore calo di autonomia dei direttori dagli editori - ha sottolineato Melodia - ma anche perché si sprofonderebbe in un'altra stagione di confusione normativa, a seguito di ricorsi, controricorsi, richieste e pronunciamenti di illegittimità. Si aprirebbe un periodo di incertezze, incomprensibile per l'opinione pubblica, certo necessario ma comunque dannoso per la già compromessa credibilità del nostro universo mediale. Universo che, in ogni caso, vedrebbe l'Italia fare ulteriori passi indietro nella già precaria graduatoria tra i paesi capaci di gestire correttamente il proprio sistema informativo". (Ucsi)


 


Ultima modifica: Lun 10 Dic 2012

UCSI - PI 01949761009 - CF 08056910584 - Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 224 del 29/09/2014 - Tutti i diritti riservati