Contro le notizie false un Codice europeo e, in Italia, una proposta dell'Antitrust

Improvvisamente tutti si sono accorti che le notizie false "fanno male”, e l’Unione Europea prova a mettere un freno alla loro diffusione in internet chiedendo l'aiuto dei big della Rete...

Il "Codice di condotta" che la Commissione europea ha istituito lo scorso 31 maggio assieme a Facebook, Twitter, YouTube e Microsoft, "può diventare uno strumento importante" non solo per combattere la radicalizzazione online e i discorsi di odio illegali in rete, ma anche la diffusione delle notizie false. Lo ha ribadito un portavoce della Commissione europea, dopo che in un'intervista sul Financial Times il capo dell'antitrust italiano, Giovanni Pitruzzella, aveva proposto l'istituzione di una "rete indipendente di agenzie nazionali" a livello europeo per combattere il fenomeno delle 'bufale' online.

Il Codice prevede che ci sia una regolare valutazione della realizzazione degli impegni presi. La prima è stata fornita da un gruppo di 12 Ong all'inizio di questo mese. Ne risulta che in 6 settimane le autorità nazionali dei paesi Ue hanno ricevuto 600 notifiche "a rischio" per radicalizzazione, false notizie o discorsi di odio. Di queste, 316 hanno portato all'apertura di casi per arrivare a 163 rimozioni, pari a una media Ue del 28,2%. Le percentuali variano però molto da stato a stato: se in Germania e Francia hanno superato il 50%, in Italia (che è il fanalino di coda) sono stati rimossi solo il 4% di profili. Per gli esperti poi la lentezza di questo processo rende del tutto inutile la rimozione del materiale che, di fatto, quando viene eliminato é già stato sostituito da contenuti più recenti.

Un altro aspetto di grande rilievo è che, se la Rete è aperta, tuttavia solo pochi soggetti (come Google o Facebook) hanno le chiavi dei “cancelli” da cui passa l’informazione. E in questo quadro vanno collocate questioni spinose come quella delle “fake news” (le notizie false o ’bufale”). Così In Italia, sul tema, si è mosso anche Giovanni Pitruzzella, Presidente dell’Autorità della Concorrenza e del Mercato, con una lettera al ‘Corriere della Sera’ che ha provocato numerose reazioni, anche politiche. Le ‘bufale’, ha aggiunto, “non hanno niente a che vedere con le opinioni, ma sono delle vere e proprie bugie”.

Tra le soluzioni possibili “da una parte si può affidare alle grandi piattaforme il filtraggio delle informazioni che fanno passare dai loro ‘cancelli’”. ”Ma è possibile affidare ad una compagnia multinazionale il controllo dell’informazione sulla Rete?”, si domanda il numero uno dell’Antitrust.
“Dall’altra parte, come ho recentemente proposto - ha concluso - potrebbero introdursi istituzioni specializzate, terze e indipendenti che, sulla base di principi predefiniti, intervengano successivamente, su richiesta di parte e in tempi rapidi, per rimuovere dalla Rete quei contenuti che sono palesemente falsi o illegali o lesivi della dignità umana”.

Ultima modifica: Mer 4 Gen 2017