Azzardo: non serve uno stato 'buon samaritano'

Bisogna puntare a cambiare le regole del “Gioco”, ha detto Papa Francesco intervenendo all’incontro di “Economia di Comunione”, nei giorni scorsi. Un gioco nel quale, secondo la recente inchiesta del periodico L’Espresso, l’Italia nel 2016 ha battuto il record dei record: ha bruciato 95 miliardi in azzardo, pari al 4,7 per cento del Pil. A fronte di questi nuovi dati, pubblicati negli ultimi giorni, torniamo ad occuoarci dell'argomento, che certo interroga anche noi giornalisti: quale rappresentazione diamo del fenomeno?

Il Paese conta 790.000 persone gioco-dipendenti, e molti sono persino bambini, tra i 7 e i 9 anni. A rischio patologia sono 1.750.000 persone. Ma quanto costano allo Stato le cure per un giocatore patologico grave? Arrivano a 38 mila euro. E allora chi trae profitti dal boom dell’Azzardo, se i concessionari che gestiscono le videolotterie versano allo Stato una minitassa del 5,5%?

Il Presidente della Consulta Nazionale Antiusura Giovanni Paolo II, Mons. Alberto D’Urso, nel rilanciare ai rappresentanti del Governo le parole di Papa Bergoglio all’incontro del Movimento dei Focolari, che in questi giorni sta rielaborando la proposta alle Regioni e ai Comuni per la regolamentazione del gioco d’azzardo con slot, ha dichiarato “che un’agenzia di scommesse ha commissionato negli ultimi tempi in America uno stock di macchinette mangiasoldi, investendo 4 miliardi e 700 milioni di euro attraverso finanziamenti bancari”.

La proposta governativa nella versione originale presentata nei giorni scorsi alla Conferenza unificata Stato-Regioni ha incontrato un netto dissenso da parte di tutte le associazioni antislot. L’hanno trovata lacunosa e superficiale, non emerge una decisa volontà da parte del Governo di contrastare ed eliminare la diffusione del fenomeno dell’azzardo. È giunto, dunque, puntuale l’intervento di Papa Francesco a “Economia e Comunione”, di sabato scorso, in cui invitava il sistema economico-sociale del Paese a cambiare le regole del “Gioco”.

Ad imitare il padre misericordioso della parabola del figliol prodigo, perché non basta seguire quella del buon samaritano, per contrastare il sistema dell’azzardo, che sta distruggendo milioni di famiglie. Uno Stato samaritano che cura le vittime di azzardo non è sufficiente. Occorre che intervenga prima che la gente si riduca con il patrimonio dilapidato. E poi il giro d’affari che produce non si traduce in aumento di beni e servizi e non rappresenta un investimento che attiva un aumento dell’occupazione per il Paese. Ma chi se ne occupa sa. E sa anche che salvando gli altri salva anche se stesso. E' un appello (e un monito) anche per noi comunicatori.

Ultima modifica: Mer 8 Feb 2017