Le dirette tv e internet con i droni sono scorrette?

I droni stanno prendendo sempre più piede nel giornalismo e allora si discute anche del confine tra diritto di cronaca e leggi in vigore...

Perché riprese assolutamente illegali hanno consentito di svelare verità nascoste, come è accaduto negli Stati Uniti durante gli scontri tra indiani e polizia sulla realizzazione di un nuovo oleodotto. Immagini che hanno sempre documentano reati ambientali altrimenti impossibili da svelare. In Italia il drone journalism si sta sviluppando e anche trasmissioni come “Chi l’ha visto” hanno iniziato a utilizzarli. Intanto entro la fine dell’anno arriverà un regolamento europeo sui droni.

Nell’ambito del Roma Drone Campus 2017 si e’ svolto anche il "Drone sulla Notizia", un corso di formazione del Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti che ha offerto una dettagliata panoramica sugli sviluppi e le potenzialità del "drone journalism" in Italia, senza dimenticare gli aspetti relativi alla deontologia professionale e alla privacy.

In particolare Michele Partipilo dell' Ordine dei Giornalisti, ha parlato di privacy abbinata ai droni e alla deontologia professionale. “Le trasmissioni in diretta delle immagini riprese da un drone- ha sostenuto . sono scorrette dal punto di vista del codice deontologico dei giornalisti per il semplice motivo che potrebbero violare la privacy non avendo modo di applicare filtri o misure preventive come invece può avvenire con un video registrato, trasmesso dopo aver apportato le opportune modifiche per eliminare i dati sensibili di terze parti eventualmente captati con le riprese aeree”.

Ultima modifica: Dom 26 Feb 2017