Nei giornali tornano le newsletter e si accentua il 'peso' delle firme

Le notizie non bastano. Ecco tre modi per garantire un ritorno economico agli editori e per avere una community di lettori...

I social network di colpo sono diventati il medium personale di ogni iscritto. Prima dell’avvento dei social media i mezzi d’informazione e comunicazione davano voce solo af una elite di persone, ora, potenzialmente, tutti i cittadini hanno la possibilità di esprimere pubblicamente le proprie opinioni e di raccontarsi sul proprio “giornale” online.

E qual è lo strumento che meglio racconta il flusso di notizie che ha caratterizzato la giornata? Non i telegiornali delle 20 ma la “vecchia” newsletter. Vecchia solo nella modalità di invio, ma rinnovata nel linguaggio, creata non per presentare un semplice elenco delle notizie, ma fare il racconto delle notizie. Una delle migliori in questo senso e che sta facendo scuola in Italia è quella inviata dal lunedì al venerdì dal Post.

L’altro strumento sono le firme che contano e fanno affezionare il lettore. “Il vero valore aggiunto di un giornale, in sostanza, è nelle firme, di quelli che lo pensano e lo scrivono”. Queste parole sono state dette da Massimo Gramellini nel 2015 quando ha ricevuto il prestigioso premio giornalistico ‘è Giornalismo’.
È proprio così. Il nome e cognome dell’autore di un articolo sono una delle forze di un quotidiano e di un settimanale in edicola e anche di un giornale online.

Il lettore se inizia ad apprezzare i suoi “pezzi” molto probabilmente la mattina quando sfoglia il giornale e/o naviga su un sito web e nota la firma a lui “cara” subito inizia a leggere la notizia e lo fa perché: gli riconosce una conoscenza e competenza su un determinato settore o tema. In sostanza si fida di quanto lui ha scritto perché già in passato ha avuto modo di ‘verificare’ il suo lavoro, sempre ‘tracciato’ dalla firma.

Ultima modifica: Dom 19 Mar 2017