Sempre più poveri e precari, i numeri della crisi del giornalismo italiano

Invecchiamento della forza lavoro, scivolamento della professione verso la precarizzazione, gap di genere e barriere all’ingresso per le nuove generazioni: è un quadro a tinte fosche quello che emerge dall’Osservatorio sul giornalismo dell’Agcom.

Partendo dal profilo socio-demografico dei 2.439 giornalisti intervistati, e prendendo in esame dati forniti da Inpgi, Ordine dei Giornalisti e Federazione della Stampa, il rapporto fotografa un comparto che vede il calo costante dei giornalisti attivi e denota come negli ultimi quindici anni si sia assistito ad un significativo aumento delle fasce reddituali più basse.

Il rapporto indica come le criticità di natura economica – data l’elevata precarietà e i notevoli rischi occupazionali – costituiscano di gran lunga quelle più sentite. Risultano, tuttavia, molto diffuse le diverse forme di intimidazione rivolte alla categoria, sia di origine criminale sia derivante da abusi dell’azione processuale con il ricorso a querele temerarie che da tempo la Fnsi denuncia.

Lo studio denota peraltro come negli ultimi quindici anni si sia assistito ad un significativo aumento delle fasce reddituali più basse, a testimonianza della presenza di una parte crescente di soggetti che esercitano la professione di giornalista in modo parziale e precario: cè il segno di una crisi strutturale di settore che coinvolge tutti i mezzi a contenuto editoriale.

Dal 2008 al 2015 l’editoria ha perso il 50 per cento del fatturato, con le copie cartacee passate da 5,4 a 2,9 milioni al giorno. D’altro canto, «radio e tv hanno mostrato una certa vitalità». Sullo sfondo, anche per il presidente Agcom, il grande tema della precarietà dell’informazione. «È una situazione pericolosa: il 40 per cento dei giornalisti attivi guadagna meno di 5mila euro l’anno. Inoltre, la differenza di genere si aggrava con la crisi, e le donne tendono con più difficoltà a raggiungere posizioni di vertice. Le istituzioni devono valutare molto attentamente i problemi dei giornalisti: invecchiamento degli addetti, crescente precarizzazione e fragilità economica. In un terreno così, le forme di intimidazione tendono a crescere e lasciare un segno più forte. Dall’indagine emerge anche un effetto dissuasivo che provoca conseguenze sulla libertà di informazione. Avere un’informazione libera è una precondizione per un Paese funzionante e degno di questo nome».

L’universo dei giornalisti attivi - ampio ma in costante diminuzione nel corso dell’ultimo decennio - è caratterizzato da un marcato invecchiamento (soprattutto tra i giornalisti dipendenti ma sempre di più anche tra i liberi professionisti e i parasubordinati), da significative barriere all’ingresso per i più giovani e da una generale differenza di genere, sia negli aspetti puramente remunerativi, sia nel transito verticale dalle posizioni inferiori fino ai vertici della professione.

Ultima modifica: Ven 31 Mar 2017