Come sarà il nuovo Consiglio nazionale dell'Ordine dei Giornalisti

La Gazzetta Ufficiale del 19 maggio pubblica il decreto legislativo n.67/2017 con cui si dà attuazione alla delega contenuta nella legge 198/2016 per la revisione della composizione e delle competenze del Consiglio nazionale dell'Ordine dei Giornalisti.

Il testo non presenta sorprese rispetto a quanto emerso durante la lunga fase di analisi parlamentare. Il Consiglio avrà 60 componenti (circa un terzo degli attuali) di cui 40 professionisti e 20 pubblicisti. Uno per ciascuna categoria sarà eletto in uno speciale collegio nazionale riservato alle minoranze linguistiche. Per essere eletti ed elettori in tale collegio gli interessati dovranno, in attesa di un definitivo provvedimento che sarà adottato dal nuovo Consiglio nazionale, dichiararsi entro i 20 giorni che precederanno le elezioni, quali appartenenti a una minoranza linguistica riconosciuta in Italia. L'art. 2 della legge 482/1999 riconosce l'esistenza di dodici minoranze linguistiche (albanese, greca, germanica, catalana, slovena, croata, francese, franco-provenzale, occitano, ladino, friulano e sardo).

I professionisti eletti nelle regioni saranno quindi 39 (uno per ciascuna regione e 19 eletti in proporzione agli iscritti superiori a mille in ciascuna regione). Da un primo calcolo il secondo seggio scatterebbe in Toscana, Veneto, Emilia, Campania, Piemonte mentre Lombardia e Lazio dovrebbero averne 6 ciascuna. I 19 pubblicisti lasceranno inevitabilmente fuori una regione, quella dove l'eletto avrà riportato il minor numero di voti tra tutte le regioni. Il ventesimo seggio apparterrà infatti alle minoranze.

E' la prima volta che un organo elettivo italiano vede la presenza fissa di eletti delle minoranze senza alcuna distinzione tra loro. E' anche la prima volta che i cittadini italiani si troveranno divisi tra italofoni e appartenenti ad altre lingue. Non sembra infatti aver avuto spazio il doppio voto (nazionale e minoritario) per gli appartenenti alle minoranze che in futuro dovranno attuare anche una rotazione che potrebbe compiersi in 36 anni. Si attende ora la fissazione delle elezioni, tenuto conto che il mandato dell'attuale consiglio, già prorogato due volte, insieme con gli Ordini regionali, scade il prossimo 30 giugno.

Sono state anche ridefinite, riscrivendo l'art. 20-bis della legge 69/1963, le attribuzioni del Consiglio nazionale in materia di formazione. Il Consiglio garantirà il conseguimento di livelli di formazione uniformi sul territorio nazionale e di elevata qualità per un esercizio professionale rispondente agli interessi della collettività e ai principi di cui all'articolo 21 della Costituzione. Il Consiglio nazionale promuoverà, coordinerà ed autorizzerà l'attività di formazione professionale continua svolta dagli Ordini regionali assicurando criteri uniformi e livelli qualitativi omogenei su tutto il territorio nazionale. Si occuperà degli enti formatori e degli standard minimi per l'attribuzione dei crediti verificando altresì i piani di offerta formativa predisposti dagli Ordini regionali affinché siano conformi agli standard e ai parametri fissati. Il nuovo Consiglio sarà anche chiamato a esprimersi sulle scuole di giornalismo e a vigilarne l'attività.

Ultima modifica: Sab 20 Mag 2017

UCSI - PI 01949761009 - CF 08056910584 - Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 224 del 29/09/2014 - Tutti i diritti riservati