Gli adolescenti sono ignari dei rischi dei social. I risultati di una nuova ricerca.

Oltre un terzo degli adolescenti italiani è convinto che i contenuti postati sui social siano visibili esclusivamente dai destinatari. E’ quanto emerge da “Quanto #condividi?“, studio curato dalla Polizia Postale e dall’Università La Sapienza di Roma, con la collaborazione del Dipartimento della Giustizia minorile, che ha coinvolto 1874 ragazzi tra gli 11 e i 19 anni, il 28,2% di scuola media e il 71,8% delle superiori, di 20 province italiane.

La maggior parte di loro utilizza i social network per varie ore, dal telefonino. In testa c'è Whatsapp, con 9 ragazzi su 10 che dichiarano di farne uso. Cinque su 10 preferiscono Instagram, mentre solo uno su dieci usa Twitter.

Quanto ai motivi, la maggior parte di loro (6 su 10) affermano di utilizzarli per socializzare o per semplice curiosità. Sui social gli adolescenti condividono soprattutto messaggi e foto (6 su 10) e video e notizie (2 su dieci) ma in pochi si pongono la domanda su dove finisce quel materiale. «Molte volte i ragazzi non percepiscono l'immagine come proprietà di qualcuno”, dice Cristina Bonucchi, psicologa della Polizia postale e delle comunicazioni. Pensano: “Nel momento in cui la ricevo o la vedo sui social diventa mia”. Questo è uno degli elementi di maggior inconsapevolezza che hanno i ragazzi ed è il maggior pericolo per chi vede la propria immagine diffusa».

Alla domanda «a chi è accessibile il materiale che condividi?», infatti, solo il 35% dei ragazzi dei licei ha risposto con l'opzione «tutti», mentre il 37% di quelli delle medie ha risposto «solo al destinatario». «Risulta evidente - si legge nella ricerca - che una gran parte dei ragazzi delle scuole superiori di primo e secondo grado resta convinta che i materiali pubblicati in rete abbiano una diffusione limitata».

Ultima modifica: Mar 13 Giu 2017