Lavoro, il Papa ai delegati Cisl: l'assurdo di una società che fa lavorare troppo a lungo gli anziani e non offre possibilità ai giovani

Oggi, 28 giugno, Papa Francesco ha ricevuto in udienza i Delegati della CISL in occasione del loro Congresso Nazionale sul tema: “Per la persona, per il lavoro”. In mesi in cui ci stiamo occupando di lavoro e informazione ne rilanciamo alcuni passaggi particolarmente significativi:

Persona e lavoro sono due parole che possono e devono stare insieme. (...) Il lavoro è la forma più comune di cooperazione che l’umanità abbia generato nella sua storia (...) Il lavoro è una forma di amore civile: non è un amore romantico né sempre intenzionale, ma è un amore vero, autentico, che ci fa vivere e porta avanti il mondo.(...)

E’ una società stolta e miope quella che costringe gli anziani a lavorare troppo a lungo e obbliga una intera generazione di giovani a non lavorare quando dovrebbero farlo per loro e per tutti (...) È allora urgente un nuovo patto sociale per il lavoro, che riduca le ore di lavoro di chi è nell’ultima stagione lavorativa, per creare lavoro per i giovani che hanno il diritto- dovere di lavorare (...)

Vorrei sottolineare due sfide epocali che oggi il movimento sindacale deve affrontare e vincere se vuole continuare a svolgere il suo ruolo essenziale per il bene comune. La prima è la profezia (...) Seconda sfida: innovazione. I profeti sono delle sentinelle, che vigilano nel loro posto di vedetta(...)

Sindacato è una bella parola che proviene dal greco syn-dike, cioè “giustizia insieme”. Il capitalismo del nostro tempo non comprende il valore del sindacato, perché ha dimenticato la natura sociale dell’economia, dell’impresa. Questo è uno dei peccati più grossi (..)

Economia di mercato: no. Diciamo economia sociale di mercato, come ci ha insegnato San Giovanni Paolo II: economia sociale di mercato.

L’economia ha dimenticato la natura sociale che ha come vocazione, la natura sociale dell’impresa, della vita, dei legami e dei patti. Ma forse la nostra società non capisce il sindacato anche perché non lo vede abbastanza lottare nei luoghi dei “diritti del non ancora”: nelle periferie esistenziali, tra gli scartati del lavoro (...) Non lo vede lottare tra gli immigrati, i poveri, che sono sotto le mura della città; oppure non lo capisce semplicemente perché a volte – ma succede in ogni famiglia – la corruzione è entrata nel cuore di alcuni sindacalisti. Non lasciatevi bloccare da questo (...)
Non c’è giustizia insieme se non è insieme agli esclusi”.

Ultima modifica: Mar 25 Mag 2021