Meno pubblicità, migliore esperienza. La nuova filosofia di alcuni siti Usa.

Per i siti di news generalmente più pubblicità significa più guadagni. Ecco perchè spesso molti portali sono invasi da banner o video che partono in automatico. Alcuni editori hanno deciso di cambiare approccio, abbracciando la filosofia ‘less is more’ quando si tratta di inserire messaggi promozionali sui loro siti.

A raccontarlo qualche settimana fa il Wall Street Journal. Secondo il quotidiano, alla base dell’iniziativa ci sarebbe la convinzione che eliminando i formati più fastidiosi e limitando il numero degli spazi pubblicitari si possa aumentare il coinvolgimento dei lettori, e in sostanza aumentare i guadagni.

All’inizio del 2016, ad esempio, il portale femminile LittleThings si è posto come obiettivo quello di eliminare almeno un formato pubblicitario dal suo sito ogni trimestre, ma senza indebolire i ricavi. Via via sono stati tolti anche anche pop up, video autoplay e le inserzioni ingannevoli, lasciando solo la pubblicità in formato display, i video, e i contenuti sponsorizzati. Il risultato? Sulle pagine ci sono ora solo poche pubblicità; il sito genera meno ricavi per singola pagina che l’utente visita, ma nel complesso i guadagni pubblicitari sono cresciuti.

“Gli utenti vedono più pagine, condividono più contenuti e in generale aumenta il loro engagement”, ha spiegato Justin Festa, chief digital officer del sito, sottolineando come nel solo mese di giugno i ricavi generati da singola sessione per utente siano aumentati del 38%, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In più, ha aggiunto, avere poche pubblicità per pagina aiuta a migliorare le performance e il valore dell’inserzione, che ha più possibilità di essere vista e di ricevere click.

A seguire l’esempio di LittleThing anche Dotdash, editore di sei portali, che ha deciso di eliminare tra gli altri i video inseriti negli articoli nella convinzione che una migliore esperienza per l’utente possa aiutare a generare più guadagni nel lungo periodo. Via anche i post con contenuti sponsorizzati che rimandano a società esterne. “I nostri utenti devono fidarsi dei nostri consigli su finanza, salute e viaggi”, ha commentato il chief executive Neil Vogel.

Ultima modifica: Lun 14 Ago 2017