Intercettazioni: le anticipazioni non convincono i giornalisti, il governo però frena

Sulle intercettazioni "allo stato non esiste alcun testo né definitivo né ufficiale". E' quanto specifica il Ministero della Giustizia in merito a quanto riportato da molti organi di stampa.

Il testo,inoltre, terrà conto anche del confronto prezioso e del contributo significativo di esponenti della giurisdizione, dell'avvocatura, della stampa e del mondo accademico che il ministro incontrerà, come già previsto, nei prossimi giorni. Allo stato non esiste alcun testo né definitivo né ufficiale".

Secondo le anticipazioni, invece, il decreto cambierebbe, invece, il modo di fare le intercettazioni, imponendo ai pubblici ministeri, ai giudici per le indagini preliminari e ai giudici del tribunale del riesame di riassumere i testi delle intercettazioni. Nessuna pubblicazione integrale sarebbe più possibile, quindi, e anche gli avvocati dovrebbero aspettare l'udienza stralcio per ascoltare e vedere le intercettazioni sotto forma di colloquio.

Per il segretario della Fnsi Lorusso, che sabato 9 è stato intervistato anche da Repubblica, si tratta della ulteriore dimostrazione della scarsa considerazione in cui l'esecutivo tiene i problemi dell'informazione, un episodio che si aggiunge a tutta una serie di questioni irrisolte: «Che fine ha fatto, ad esempio, la convocazione promessa sulle querele temerarie?» «Ci era stato garantito – spiega il segretario della Fnsi – che avremmo potuto dire la nostra sulla definizione di normativa e regole, e che sarebbe stato costituito un tavolo ad hoc, al quale avremmo partecipato con un esperto scelto da noi. Scopriamo ora che non è così, che siamo al punto più basso del rapporto di interlocuzione».

Ultima modifica: Sab 9 Set 2017