Quel che dice il Papa ai giornalisti e alla comunicazione

Dopo l’Evangelii Gaudium e l’Amoris Laetitia, anche questa terza esortazione apostolica di papa Francesco, Gaudete et Exsultate, richiama sin dal titolo una visione, e dei sentimenti, positivi.

Un centinaio di pagine, cinque capitoli e 177 paragrafi sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo, con un avvertimento al lettore: non ha tra le mani un trattato sulla santità, con definizioni e analisi, bensì
un’esortazione che faccia risuonare la chiamata alla santità “nel contesto attuale, con i suoi rischi, le sue sfide e le sue opportunità”.

E così si cita il “popolo di Dio paziente”, costante giorno dopo giorno, “la santità della porta accanto; la classe media della santità”, e si invita a “non avere paura di puntare più in alto, poiché, come sosteneva León Bloy «Non c’è che una tristezza, quella di non essere santi».

Non manca un richiamo all’umorismo, ma ci sono anche passaggi severi sulla lotta contro il male e il maligno, e il modello e lo stile proposti sono quelli delle Beatitudini.

Alcuni passaggi, in particolare, offrono qualche spunto di riflessione per chi, come l’Ucsi, si occupa di informazione.

Uno si trova al paragrafo numero 108, dove si dice che “anche il consumo di informazione superficiale e le forme di comunicazione rapida e virtuale possono essere un fattore di stordimento che si porta via tutto il nostro tempo e ci allontana dalla carne sofferente dei fratelli”.
L’informazione che vogliamo, e che nel nostro piccolo promuoviamo, è proprio, al contrario, quella non superficiale, quella che aiuta l’analisi e la comprensione di fenomeni anche complessi, quella che non solo “non allontana”, ma che invece “avvicina” alla carne di chi soffre.

L’altro passaggio si trova al paragrafo 115 e cita quelle “reti di violenza verbale mediante internet e i diversi ambiti o spazi di interscambio digitale” di cui possono fare parte anche i cristiani. Un fenomeno serio:

Perfino nei media cattolici, denuncia il papa, “si possono eccedere i limiti, si tollerano la diffamazione e la calunnia, e sembrano esclusi ogni etica e ogni rispetto per il buon nome altrui (...). E’ significativo che a volte, pretendendo di difendere altri comandamenti, si passi sopra completamente all’ottavo: «non dire falsa testimonianza», e si distrugga l’immagine altrui senza pietà.” Se il richiamo, forte, alla verità riguarda tutti, la gravità di false affermazioni in nome di un comandamento si commenta da sola.

L’altro passaggio interessante per i comunicatori è al paragrafo 167, dove si parla del bisogno urgente del discernimento, e si sottolinea che “tutti, ma specialmente i giovani, sono esposti a uno zapping costante”.
Disegna uno scenario reale la sottolineatura che “è possibile navigare su due o tre schermi simultaneamente e interagire nello stesso tempo in diversi scenari virtuali”.

La conclusione contiene una forte provocazione: “Senza la sapienza del discernimento possiamo trasformarci facilmente in burattini alla mercé delle tendenze del momento”. Anche in questo caso viene in mente, pensando ai percorsi Ucsi, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

Ultima modifica: Lun 9 Apr 2018