Per i giornalisti uccisi il ricordo e la riflessione del prossimo Consiglio nazionale dell'Ucsi

Il Consiglio Nazionale dell'Ucsi che si riunirà sabato 5 maggio a Roma, si aprirà rivolgendo un pensiero ad Ahmad Shah, della Bbc, Shah Marai, capo dei fotografi dell'agenzia France-Press in Afghanistan, Mahram Durani e Ebadullah Hananzai (Azadi Radio), YarMohammad Tokhi (TOLOnews), Ghazi Rasooli e Nowroz Ali Rajabi (1TV), Saleem Talash e Ali Saleemi (mashal TV) e Sabawoon Kakar (Azadi Radio) e a tutti i giornalisti caduti durante lo svolgimento del loro- nostro mestiere.

La strage di Kabul dei giorni scorsi, che aveva un gruppo di cronisti come obiettivo, ha colpito l'opinione pubblica mondiale per il numero di vittime - nove, cui si è aggiunto un giornalista della Bbc ucciso nella provincia di Khost - ma anche perché si è trattato di uno dei colpi più duri inferti al giornalismo in età contemporanea. Questa perdita rischia ora di rendere più buio quel paese difficile che è l'Afghanistan, e più povera l'opinione pubblica mondiale.

Le armi di un giornalista sono la voce e la penna. Primi strumenti di lavoro i piedi e gli occhi, quelli che spingono a vedere le cose di persona, autonomi, indipendenti, in ricerca della verità e liberi di informare. Se si limita quella libertà si limita il diritto del pubblico a essere informato. Così quando muore un giornalista, un telecineoperatore, un fotografo, non è solo una vita che si spegne, ma è anche un bene pubblico a venire meno.

* L'autrice, Vania De Luca, è presidente nazionale dell'Ucsi

Ultima modifica: Mar 1 Mag 2018