Violenze e minacce ai giornalisti: l'allarme è globale.

Cresce il numero dei cronisti uccisi, incarcerati, minacciati. Lo dice l’ dell'Ifj, , la Federazione internazionale dei giornalisti, nel corso della riunione a Taipei.


Inoltre si moltiplicano i tagli all'occupazione regolare e i tentativi di imbavagliare la stampa, anche da parte dei governi.

Le situazioni più preoccupanti, perché ad essere a rischio è l'incolumità fisica dei giornalisti, si registrano in America Latina, Medio Oriente e Africa, e in particolare in Venezuela, Nicaragua, Salvador e Colombia.

In una mozione approvata all'unanimità, il Comitato esecutivo dell'Ifj denuncia anche la pratica dei sequestri dei giornalisti, particolarmente diffusa proprio in Sud America, e chiede al Fronte Oliver Sinisterra la consegna immediata dei corpi di Javier Ortega, del redattore grafico Paul Rivas e di Efrain Segarra, responsabile del quotidiano El Comercio de Ecuador.

Una situazione analoga a quella che si registra in alcuni Paesi africani, dove fra omicidi e attentati i giornalisti sono sempre più nel mirino. Le situazioni più critiche sono segnalate in Liberia, Tanzania, Kenya, Somalia, Etiopia, Camerun, Repubblica democratica del Congo e Angola.
Resta inoltre critica la situazione in Palestina. Criticità anche nell'area Asia-Pacifico. Con un'altra mozione approvata all'unanimità si condanna il tentativo del governo indiano di introdurre controlli sui media.

In Europa c’è preoccupazione per la perdita di posti di lavoro, per l'aumento del precariato e per i tagli al welfare, ma sono preoccupanti sono le minacce ai cronisti, fenomeno che si sta diffondendo. I recenti omicidi di Daphne Caruana Galizia, a Malta, e di Jan Kuciak, in Slovacchia, rappresentano la punta dell’iceberg.

Ultima modifica: Mer 16 Mag 2018