Non è solo una questione di calcio.

Non è solo una questione di sport. E’ molto di più. La progressiva marginalizzazione del servizio pubblico radiotelevisivo dal grande calcio nazionale e internazionale suscita grande dibattito e motivate preoccupazioni.

L’ultima vicenda è quella del nuovo bando per i diritti della Serie A. Con i nuovi vincoli imposti dai ‘padroni del pallone’ c’è il rischio che sparisca dai palinsesti della Rai un programma storico e popolare come 90° minuto. Certo, non aveva più il fascino di prima, ma manteneva il grande merito di mostrare a tutti, gratuitamente, tutte le immagini delle partite.

La Rai adesso chiede un ripensamento, per non escludere chi “non può permettersi abbonamenti con privati” e lo stesso fanno il CdR di Rai Sport e Usigrai. Ecco il comunicato:

“Così la Lega Calcio infligge un grave colpo allo sport della Rai Servizio Pubblico. Ormai gli interessi economici dei club di calcio passano sopra a ogni interesse dei cittadini che hanno il diritto di godersi lo sport, anche sulla tv pubblica.
Chiediamo alla Lega Calcio un urgente ripensamento.

I costi dei diritti in crescita a ritmi folli e fuori da ogni oggettiva motivazione economica, lo spezzatino del calendario e ora anche lo stop alle immagini del pomeriggio.
Questo comporterebbe come conseguenza, ad esempio, la probabile chiusura di 90º minuto, trasmissione che dal 1970 racconta agli italiani il bello del calcio e fa sentire a caldo le voci dei protagonisti. Come può la Lega Calcio pensare di metterla a tacere? In questo modo a pagare non è solo la Rai: sono i cittadini e il Servizio Pubblico dei cittadini.

Cosa altro deve accadere prima che si capisca che la questione dei diritti tv non è un fatto privato di aziende private, ma ha a che fare anche con il diritto di cronaca?
È indispensabile un intervento urgente delle istituzioni a tutela dell’interesse collettivo”.

Ultima modifica: Dom 10 Giu 2018