Congresso Usigrai a Bologna: 'serve una legge per liberare la Rai da controllo di partiti e governi'

«Oggi più che mai torna al centro il tema dell'autonomia e dell'indipendenza della Rai servizio pubblico. Al governo del cambiamento lo diciamo con estrema chiarezza: esiste un unico cambiamento che attende il servizio pubblico: quello di una legge che finalmente liberi la Rai dal controllo dei partiti e dei governi». E’ questo il messaggio forte lanciato dal segretario dell'Usigrai, Vittorio Di Trapani, in apertura dei lavori del XV Congresso del sindacato, in corso in questi giorni a Bologna.

«Il nuovo Parlamento e il nuovo governo devono immediatamente fare una nuova legge di riforma – ha spiegato Di Trapani – perché tutte quelle precedenti hanno portato ancora di più l'azienda di servizio pubblico sotto il controllo del governo e della maggioranza parlamentare. Li vedremo alla prova dei fatti, ma l'attuale legge è sbagliata in natura perché porta direttamente la Rai sotto il controllo dei partiti».

Anche don Luigi Ciotti è intervenuto su questo tema: «Credo che la Rai potrà fare un grande passo avanti quando si libererà o almeno limiterà l'influenza della politica. L'informazione è un bene comune e un bene comune non può essere condizionato o inquinato da interessi di parte».

«Il rinnovo della governance del servizio pubblico - ha detto Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi - avverrà con una legge che non ci piaceva quando il governo Renzi l'ha promossa e non ci piace oggi che chi, in Parlamento, si oppose a quella legge si accinge ad applicare. Condividiamo le preoccupazioni del presidente della Camera, ma temiamo che qualità e competenza resteranno fuori dal prossimo cda. Speriamo, ovviamente, di essere smentiti. L'assalto alla Rai è l'assalto all'informazione, che si vuole sempre più addomesticata e manipolabile. Vale per la Rai, ma vale per tutta l'informazione. In Italia come in Europa. L'informazione in Italia vive una crisi che dura da dieci anni, il lavoro è sempre più sottopagato e precario. Il precariato è nemico della qualità e della buona informazione. Difendere l'informazione significa difendere la democrazia e le sue istituzioni».

Ultima modifica: Mar 19 Giu 2018