#VoceaiGiornalistiPrecari, le manifestazioni di Bologna e di Parma

In Emilia Romagna, prima a Bologna e poi a Parma, si è svolta l’iniziativa #VoceAiGiornalistiPrecari. Per la prima volta – sottolinea la Fnsi in una nota - i giornalisti parasubordinati di due storiche testate locali come Gazzetta di Parma e Libertà di Piacenza sono scesi in piazza supportati dalle delegazioni del sindacato giornalisti della Lombardia, del Veneto, delle Marche e della Toscana e dai vertici della categoria.

Parte insomma da Parma, dalle vertenze-simbolo che hanno mobilitato la 'comunità giornalistica' nel suo insieme – collaboratori, Cdr, sindacato e una larga rappresentanza della società civile emiliana e non solo – la richiesta di affrontare, una volta per tutte, il tema dei giornalisti precari pagati con compensi da fame.

«Dobbiamo contrastare il disegno degli editori: redazioni ridotte all'osso e interi settori informativi 'appaltati' ai collaboratori. Questa è una battaglia di civiltà: non possiamo accettare questa impostazione che punta solo a ridurre il costo del lavoro. E il superamento dei contratti cococo è il primo passo», ha detto in piazza il segretario generale della Fnsi Raffaela Lorusso.

Un tema, quello dei giornalisti parasubordinati con compensi molto molto bassi, che è stato portato all'attenzione del sottosegretario Vito Crimi, proprio in queste ore.

«A Piacenza non esistono contratti scritti per i collaboratori, a Parma non vengono corrisposti rimborsi spese per i servizi concordati. E in entrambi i casi assistiamo a paghe ben al di sotto di una soglia minima di dignità. Chiediamo che venga convocato un tavolo al più presto», ha spiegato Mattia Motta, il presidente della commissione nazionale della Fnsi per il lavoro autonomo che insieme all'Aser e con il contributo dei Cdr ha organizzato la protesta dei precari emiliani.

In piazza, fra gli altri, sono intervenuti alcuni sindaci della provincia di Parma (Luigi Lucchi di Berceto, Tommaso Fiazza di Fontevivo, Nicola Cesari di Sorbolo e lo stesso Federico Pizzarotti di Parma).

«L'informazione è un bene prezioso, vitale per una democrazia e una società che vuole essere civile. E per fare informazione servono giornalisti messi nelle condizioni di fare il proprio mestiere in autonomia e libertà. Per questo non si può non ascoltare la voce dei giornalisti precari», ha dichiarato all'agenzia Ansa il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che fa sua la richiesta dei giornalisti precari emiliani: «Si apra il confronto con gli editori».

«Una dinamica comune in molte redazioni in Italia, non più sostenibile: redattori con carichi di lavoro impressionanti dentro le redazioni, e collaboratori fuori a coprire servizi per 8 euro lordi», ha detto al megafono il presidente della Alg, Paolo Perucchini.

foto: Fnsi

Ultima modifica: Gio 21 Giu 2018