La nuova mappa dell'intolleranza sui social. E c'è una preoccupante legittimazione dell'opinione pubblica.

Su twitter emergono con maggiore frequenza fenomeni come antisemitismo, odio per i migranti, per disabili e omosessuali. Ma soprattutto le donne sono prese di mira, con un’accentuazione della violenza ‘verbale’ di genere.

Ogni giorno si scoprono 3.500 tweet misogini partiti da vari account in :tutta Italia. È quello che hanno scoperto gli analisti di Vox – Osservatorio italiano sui diritti - e di diverse università italiane che hanno analizzato 6,5 milioni di tweet in 10 mesi fra maggio-novembre 2017 e marzo maggio-2018.

Il risultato finale della ricerca è la terza edizione de “La Mappa dell'intolleranza”, i cui risultati sono stati presentati all'Università degli Studi di Milano.

Xenofobia, antisemitismo, islamofobia, odio verso le donne e gli omosessuali, intolleranza per i disabili: è questa la fotografia dell'Italia che odia online. L'individuazione dei diritti calpestati e degli abusi social è stata seguita dal dipartimento di Diritto pubblico dell'Università Statale di Milano, mentre l'ateneo “Aldo Moro” di Bari ha sviluppato il cuore tecnologico del progetto: “algoritmi e intelligenze artificiali in grado di individuare e filtrare dagli usi semantici ironici o ambigui 76 parole ed espressioni ‘sensibili’, estratte attraverso un questionario dagli psicologi della Sapienza di Roma”.

“Si odia, ma si odia in gruppo” ha dichiarato Barbara Lucini, sociologa dell’Università Cattolica che ha analizzato i risultati.
Tra l’altro “aumentano i tweet di odio ma sono concentrati nelle mani di meno profili” come se davvero agissero in prevalenza veri e propri odiatori seriali.

Nella nota si rileva che il gruppo sociale più odiato è quello delle donne, in linea con le rilevazioni degli anni precedenti, che passa dai 284.634 messaggi di odio nel 2016 ai 326mila odierni. Diminuisce l'astio verso disabili e omosessuali con questi ultimi a registrare il calo più corposo quasi del 50 per cento. Scrivono i ricercatori nei commenti a corredo della mappe che questa potrebbe essere una conseguenza delle “molte dichiarazioni pubbliche di personaggi famosi che hanno facilitato la visibilità del fenomeno e la sensibilizzazione sociale”.

C’è una conclusione che svela la nuova realtà della rete: “se in passato l'odio veniva custodito in segretezza e anche con vergogna” oggi si assiste all'esplosione della “legittimazione sociale”.

Ultima modifica: Gio 28 Giu 2018