Diritto d'autore: la direttiva della discordia

Ne abbiamo parlato già sul nostro sito perché, com’era prevedibile, la linea dura del governo (annunciata dal ministro Di Maio) contro la nuova direttiva europea sul diritto d’autore sta provocando numerose reazioni.

Prima l’Ordine dei Giornalisti e adesso anche la Fnsi criticano le sue parole, definendo il provvedimento “necessario e irrinunciabile”.

Dice Raffaele Lorusso, segretario generale del sndacato: “Premesso che in alcun modo sarebbero penalizzati gli utenti della rete, si tratta di ristabilire un principio di equità e di riequilibrare il mercato dell’informazione”. Ancora: “chiedere di pagare delle royalties a chi quotidianamente saccheggia attraverso piattaforme digitali e motori di ricerca una grande quantità di informazione professionale prodotta dalle aziende editoriali, ricavando ingenti profitti dalla raccolta pubblicitaria e dalla circolazione dei dati, significa introdurre meccanismi di riequilibrio del mercato e di redistribuzione delle risorse”.

La polemica in queste ore rischia di diventare ancora più aspra, perché la prossima settimana il provvedimento arriverà nell’aula del Parlamento europeo. E sono evidenti gli interessi contrapposti. Ma, continua Lorusso, “chi produce informazione, in Italia come nel resto d’Europa, è un imprenditore che si aspetta un ritorno dagli investimenti che ha fatto anche per l’assunzione di giornalisti e dipendenti.

In questo momento il problema evidentemente è duplice: da un lato c’è il saccheggio costante dei contenuti attraverso la rete e i social, dall’altro si registra un ulteriore enorme vantaggio per i cosiddetti ‘over the top’, che sono i maggiori beneficiari dell’attuale incertezza normativa. La battaglia, oltre che professionale e sindacale, è diventata adesso anche politica.

Ultima modifica: Gio 28 Giu 2018