Una legge di sistema per salvare l'editoria. La chiede anche la Fieg, mentre l'Agcom presenta i dati aggiornati

Proseguono gli incontri delle diverse componenti del mondo dell’editoria e del giornalismo con il nuovo sottosegretario Vito Crimi. Adesso è stata la volta di una delegazione della Fieg, con il presidente eletto da pochi giorni Andrea Riffeser Monti, i vice presidenti Francesco Dini e Giuseppe Ferrauto e il direttore generale Fabrizio Carotti.

Nel corso dell’incontro, si legge in una nota, i vertici Fieg “hanno evidenziato che la grave crisi dell’editoria – nel corso degli ultimi 10 anni si è registrata una riduzione del 50% dei ricavi, sia dalla vendita sia dalla pubblicità – richiede una legge di sistema che affronti le importanti sfide per la trasformazione dell’informazione”.

“L’analisi si è soffermata, in particolare, sulla tutela e valorizzazione del prodotto editoriale, sulla liberalizzazione della distribuzione e sulla modernizzazione delle edicole per la vendita dei giornali e l’offerta di altri servizi al cittadino, sul riequilibrio del mercato pubblicitario e sulla necessaria specificità del mercato del lavoro”.

“L’attuale situazione del mercato e le sue evoluzioni richiedono l’avvio di un tavolo di confronto del governo con tutta la filiera, per garantire il diritto costituzionale alla libera manifestazione del ‘pensiero, con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione'”, è stato il commento del presidente della Fieg che ha ringraziato anche il sottosegretario per l’incontro definito ‘positivo e costruttivo’.

Della inarrestabile (all’apparenza) crisi dell’editoria italiana ha parlato anche il presidente dell’Agcom Angelo Marcello Cardani durante la presentazione della Relazione annuale al Parlamento.

Qualche dato: nel 2016 il Sistema integrato delle comunicazioni vale complessivamente 17,6 miliardi di euro, in aumento del 3% rispetto al 2015. cinematografico.

I ricavi del settore delle comunicazioni, nel 2017, hanno raggiunto quota 54,2 miliardi di euro, in crescita dell’1,2% rispetto all’anno precedente.
“L’editoria mostra ancora risultati negativi (-5,2%)” con il settore dei quotidiani che “registra una ulteriore contrazione dei ricavi dell’8,9%”. “Il settore nell’ultimo decennio ha perso all’incirca metà del suo peso economico“, ha evidenziato Cardani.

E’ significativo su questo il commento di Cardani: “essendo qui in gioco non solo i destini di una filiera industriale, ma anche quelli di un bene di valore strategico e sociale quale l’informazione, la crisi di questo comparto e la contestuale ascesa di Internet quale tendenziale mezzo sostitutivo si configura quale tema di policy che interroga in primis Governo e Parlamento e che richiede una riflessione di ampio respiro”.

Nel settore televisivo, la maggiore flessione degli introiti osservabile in quella “in chiaro” (-3,5%) rispetto a quella “a pagamento” ma la tv resta “il mezzo con la maggiore valenza informativa, sia per frequenza di accesso anche a scopo informativo, sia per importanza e attendibilità percepite”, mentre Internet “cresce come mezzo di informazione, oltre che come veicolo pubblicitario”, ma “l’attendibilità percepita” delle fonti online “rimane mediamente inferiore rispetto a quella delle fonti tradizionali”, ha spiegato il presidente Agcom.

La radio, “perde qualcosa nel suo complesso (-0,7%), ma in un contesto che manifesta segnali di ripresa. Il mezzo secondo Cardani “registra segni di tenuta e consolidamento delle proprie posizioni tradizionali sia in termini di ricavi complessivi, sia in termini di audience”.

Per quanto riguarda infine gli investimenti pubblicitari globali, questi “appaiono sempre più re-indirizzati dai media tradizionali alle piattaforme online, che complessivamente crescono di oltre il 12%. Google e Facebook sono naturalmente i principali beneficiari di questo trend”.

A questo link la presentazione del presidente Cardani

Ultima modifica: Gio 12 Lug 2018