Il web, i social e lo sbarco sulla Luna (49 anni fa)

Il giorno che Neil e Buzz sbarcarono sulla Luna tutti dissero che era un giorno speciale. Dallo spazio, in diretta, le immagini. Il mondo si fermò a guardare. Non è solo l’inizio di una splendida canzone di Edoardo Bennato dedicata al nostro satellite naturale.

Quel 20 luglio 1969 rappresenta il culmine di una corsa all’esplorazione spaziale giocato in piena guerra fredda tra Usa e Urss. I sovietici avevano vinto il round numero uno con Jurji Alekseevič Gagarin, primo uomo ad andare nello spazio il 12 aprile 1961. Un cosmonauta diventato eroe nazionale e morto in un incidente aereo nel 1968, un anno prima della missione lunare dell’Apollo 11 compiuta da Neil Armostrong, Buzz Aldrin e Michael Collins.

Un argomento che registra milioni di post e di tweet su Facebook e Twitter e migliaia di risultati sui motori di ricerca. Una dimostrazione, questa, che l’argomento spazio e conquista della Luna non si è mai sopito dalla sera in cui la Rai con Tito Stagno e Ruggero Orlando si rimbalzavano la linea tra "Nuova York" e Roma.

Non è un caso, allora, se quarantanove anni dopo quel 20 luglio 1969, alla Mostra del Cinema di Venezia, lo sbarco sulla Luna è ancora al centro del dibattito: First Man (“Il primo uomo”), il film diretto dal regista Premio Oscar Damien Chazelle, apre la kermesse cinematografica. E non è un caso che nel 2013, cinque anni fa, il regista Pavel Parkhomenko ha diretto Gagarin, primo nello spazio (produzione e attori russi).

Certo, vista l’aria da cortina di ferro che tira, si potrebbe pensare che anche il cinema si adegua. A 55 anni dallo storico volo orbitale del cosmonauta sovietico, infatti, è stato girato appositamente per Internet, con le registrazioni originali in lingua russa, poi tradotte in inglese, First Orbit. E' stato proiettato in migliaia di feste che si sono svolte in tutto il mondo la notte del 12 aprile 2011 ribattezzata Yuri's Night. Il docufilm ripercorre il volo di Gagarin minuto per minuto seguendo la stessa rotta percorsa dalla sonda Vostok. La ISS, la Stazione Spaziale Internazionale segue una rotta simile a quella di Gagarin circa una volta alla settimana e gli astronauti, coordinati dall’italiano Paolo Nespoli, hanno effettuato le riprese di questo documentario.

Insomma, tutti pazzi per lo spazio? Forse. Ma al di la dei complottismi lunari, delle fake news e delle operazioni di fact-checking che circolano in giro per dimostrare che quei tre uomini, in quella notte del '69 non ci sono andati, la Luna affascina e fa ancora chiedere a grandi e piccini perché mai gli astronauti non hanno più messo piede sul suolo lunare. Prima di rispondere, per la cronaca, forse è il caso di ricordare anche l’ultimo, e non solo il primo, che nel dicembre 1972 per l'ultima volta andò a spasso sulla Luna. Si tratta di Mr Gene Cernan, morto a Houston il 16 gennaio 2017, autore tra l’altro, nel 1999 (guarda caso l'anno di una famosa serie televisiva dal titolo Spazio 1999), del libro The Last Man on the moon, diventato anch’esso un docufilm dal titolo omonimo ed oggi disponibile su Netflix.

Per dirla alla Stanley Kubrick, regista di 2001 Odissea nello spazio, “un sogno non è mai soltanto un sogno” e chissà, si potrebbe aggiungere, che a furia di cantare e rivedere su YouTube il video di Walking on the moon dei Police, Fly me to the moon di Frank Sinatra o Man on the moon dei REM, l’uomo non rimetta ancora una volta il piede sulla sabbia argentea.

Chissà, magari il mondo si fermerà ancora una volta a guardare quella bandiera così innaturale e i giovani chiederanno agli anziani qual era John Fitzgerald Kennedy e come si viveva nei favolosi anni Sessanta che stavano per tramontare. Ma questa è un’altra storia.

Ultima modifica: Sab 21 Lug 2018