Il valore del pluralismo dell'informazione. Incontro a Monfalcone con Tarquinio, Rangeri, Borrometi, Koren

La prima notizia è che è stato un vero incontro, non una semplice conferenza. La seconda che è stato molto partecipato (oltre cento persone tra i quali molti cittadini). La terza è che è stato un incontro ricco per tutti, relatori ed intervenuti.

Mercoledì 14 novembre a Monfalcone, nella sala parrocchiale dei Ss. Nicolò e Paolo, si è tenuto l’incontro sul tema “Il pluralismo nell’informazione è un valore: lo dice la Costituzione”, cui hanno offerto la loro presenza come relatori Norma Rangeri, direttrice de “Il Manifesto”, Marco Tarquinio, direttore di “Avvenire”, Paolo Borrometi - giornalista di TV2000, agi.it e laspia.it nonché presidente di “Articolo21” da cinque anni sotto scorta per le sue inchieste sulla mafia – e Aleksander Koren, direttore de “Primorski Dnevnik” quotidiano di lingua slovena.

L’appuntamento, promosso ed organizzato da Articolo21 Fvg – attraverso la sua coordinatrice, Fabiana Martini – l’Ordine dei Giornalisti, l’Assostampa Fvg e il Circolo della Stampa di Trieste è giunto in risposta (pacifica, ma ferma) alla presa di posizione, preoccupante, dell’amministrazione comunale di Monfalcone che aveva definito i quotidiani “Il Manifesto” e “Avvenire” come giornali di partito – i due quotidiani erano stati tolti dal novero dei giornali consultabili presso la Biblioteca comunale nel gennaio 2017 sulla base di ufficiali “ragioni amministrative” – rifiutandosi di ricollocarli in Biblioteca, nonostante un gruppo di cittadini avesse provveduto a racimolare le somme necessarie al loro acquisto attraverso una colletta popolare, e rendendoli consultabili soltanto presso l’Ufficio Relazioni con il Pubblico della sede municipale.

Chi si attendeva un incontro dai toni sprezzanti, però, è rimasto deluso. E ha potuto vivere, invece, due ore di confronto ed ascolto reciproco di cui la città aveva davvero bisogno. Si è notata l'assenza della sindaca Cisint, impegnata a Trieste per questioni istituzionali. Hanno brillato per partecipazione, viceversa, i cittadini (i più numerosi), insieme ad un gruppo di giornalisti (l’incontro, lo ricordiamo, offriva i crediti per la formazione continua).

Comun denominatore della riflessione è stata la denuncia di tutti i relatori rispetto all’esistenza di una «volontà di allontanare i diversi» (Rangeri), di una «strategia ed una strage di pluralismo» (Tarquinio), di una tendenza a «sparare nel mucchio come modalità che preoccupa molto» (Koren) celata dietro alla costante ed irreversibile diminuzione dei fondi a favore dell’editoria. Un momento, quello di mercoledì 14 novembre, anche utile per raccontare la realtà di tre quotidiani che hanno alle spalle un’esperienza di cooperativa (Manifesto e Primorski) e di controllo da parte di una Fondazione no profit (Avvenire).

Un tipo di giornalismo che resiste grazie ai propri lettori e alla qualità dell’informazione che viene offerta: «Fare un giornale come lo facciamo noi è una modalità che ci costa» ha detto Tarquinio, ribadendo l’invito di Papa Francesco – fatto in occasione dei 50 anni del quotidiano dei vescovi - a ricordare che l’agenda del giornale «la dettano solo i poveri e gli umili». «Abbiamo il dovere» ha ricordato infine «di essere i cani da guardia della democrazia senza dimenticare che c’è in ballo l’umanità».

«Esiste la necessità di fare autocritica» ha incalzato Rangeri «nonostante la post-democrazia sia una situazione a cui dobbiamo abituarci, e siamo molto critici con i giornali, non possiamo dimenticare che dietro ai giornali destinatari dei fondi pubblici, vi sono 1.600 tra giornalisti e poligrafici che vi lavorano».

«Il nostro giornale» ha detto quindi Koren «è percepito dalla comunità slovena non solo come strumento di informazione ma anche come baluardo per la conservazione della lingua. Noi, inoltre, non ci occupiamo solo della minoranza, ma della tutela dei diritti ed abbiamo anche un ruolo di pacificatori, nell’integrazione tra comunità italiana e slovena».

Ha concluso l’incontro un sempre efficace Paolo Borrometi che ha messo in guardia da un certo “benaltrismo” dilagante: «Mi fa male sentir dire che “con tutti i problemi che ci sono a Monfalcone, stiamo qui a parlare di due giornali tolti dalla Biblioteca per scelte amministrative”... mi fa pensare ai miei conterranei siciliani che affermavano “con tutti i problemi che ci sono in Sicilia, stiamo qui a parlare di mafia». Perché il pluralismo è un valore – tra l’altro da sempre condiviso nel Friuli Venezia Giulia – e lo dice pure la Costituzione.

Ultima modifica: Mar 20 Nov 2018