L'Ucsi Marche torna a Camerino. Dopo il terremoto molte cose sono cambiate

Quando parliamo del nostro territorio, bisogna eliminare il termine ‘cratere’, dice l’arcivescovo di Camerino-San Severino MarcheFrancesco Massara. Le ha rivolte sabato 26 gennaio al gruppo di giornalisti dell’Ucsi Marche che si sono ritrovati per celebrare il patrono San Francesco di Sales nella cittadina universitaria ancora abbracciata dalla neve e da un freddo pungente.

Non si tratta certo di dichiarare chiusa l’emergenza. Del resto il centro storico disabitato, tutto transennato, senza cantieri attivi, la espone in tutta la sua crudezza. Ma certo possiamo cambiare lo stile della comunicazione, eliminando ciò che può già istintivamente creare repulsione e distanza, alimentare timori che, per quanto ingiustificati, possono tuttaviafrenare la decisione di un viaggio, di un soggiorno, anche solo di una tappa.

L’Ucsi Marche è tornata nella diocesi di Camerino a poco più di dodici mesi di distanza dall’incontro precedente, quando la comunità era ancora guidata dall’arcivescovo Brugnaro. Ha voluto testimoniare che è ben presente la consapevolezza che le scosse del 2016, proseguite fino al gennaio 2017, con le loro drammatiche conseguenze, non sono archiviate. Neppure se la memoria di quanto accaduto e delle ferite gravissime ancora aperte restano confinate in fugaci apparizioni su quasi tutti i grandi media nazionali. Non va dimenticato che se il terremoto ha coinvolto ben quattro regioni, la gran parte dei danni si concentrano nelle Marche. Nella sola provincia di Macerata da sola si contano più del
40% dei danni totali, con il Camerinese letteralmente devastato.

* L'autore, Piero Chienallato, è il presdidente della'Ucsi Marche

Ultima modifica: Lun 28 Gen 2019

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