La storia di Riccardo: da comunicatore dei 'potenti' a voce dei più umili

A poche ore dalla Pasqua, ospitiamo la testimonianza interessante di Riccardo Rossi, giornalista, direttore di due periodici che si caratterizzano per ‘raccontare’ quotidianamente il sociale. La storia di Riccardo, fatta conoscere attraverso il nostro Salvatore Di Salvo, poi è davvero singolare. Leggiamola! (ndr)

Noi, come sposi, abbiamo scelto di lasciare tutto per essere strumenti di Dio, per dare voce ai poveri, agli immigrati! Tutto i giorni doniamo il nostro lavoro alla Missione ‘Speranza e Carità’ di Palermo che accoglie 1100 persone disagiate e a tutti quelli che si mettono al servizio dei più indifesi. Facciamo conoscere a tutti lo spirito autentico della Missione, un modello di carità che accoglie tutti: stranieri, italiani, diversamente abili, senza fissa dimora, disoccupati, separati, nella gratuità più completa. Perché tutti siamo importanti agli occhi del Signore; una società che lascia indietro i più deboli non è una società giusta. Tutti insieme, ognuno con i suoi talenti per diventare una vera società che accoglie tutti, senza distinzioni di colore, di religione, di cultura.

Io sono stato l’addetto stampa di potenti, di politici (negli anni 90), ma quando ho incontrato la fede del tutto casualmente a Torre Annunziata, in una chiesa (io sono napoletano), è iniziato il mio cammino nel cristianesimo. Nel 2000 in Vaticano, nella giornata dedicata alle comunicazioni sociali con Papa Giovanni Paolo II ho capito che io ero un giornalista che faceva male a tanta gente: nascondevo la verità, mandavo comunicati con promesse che venivano disattese, attaccavo ogni giorno la parte avversa. Ho deciso di cambiare, di diventare un comunicatore sociale che racconta di buone notizie per dare speranza, di essere di aiuto alle persone. Ho deciso anche di andare in Sicilia nel catanese, lasciando tutto (casa, lavoro) per diventare strumento per aiutare i bisognosi, in una casa famiglia.

Per circa 16 anni ho fatto solo lavori umili (cambiare pannolini, pulire ferite), raramente ho scritto. Tre anni fa mi sono sposato con Barbara (lavorava come impiegata) che ha deciso di seguirmi in questa scelta radicale di servire gli ultimi in gratuità. L’anno scorso, esattamente, il giorno 11 gennaio, venendo a Palermo, ho trovato Fratel Biagio che faceva il digiuno e chiedeva a tutti di accogliere i poveri. Ho sentito di stare accanto a lui, in strada, per dare voce alla sua protesta, di diventare addetto stampa dei disagiati. Ho avvertito una nuova richiesta di Dio, dovevo tornare a fare il cronista, ma stavolta solo per aiutare gli immigrati, i senza lavoro, i disabili, i giovani.

Finita la protesta io e mia moglie abbiamo deciso insieme di trasferirci dalla realtà di accoglienza di Catania a Palermo, alla Missione ‘Speranza e Carità’. Quando siamo venuti a Palermo, un anno fa circa, la Missione non era in grado di ospitarci come coppia di sposi e quindi ci ha accolti separatamente, io nella missione maschile e Barbara in quella femminile. Nei primi giorni questa separazione l’ho vissuta come una carezza di Dio per migliorarci e ho vissuto questo tempo, come un tempo di grazia. Ma quando, dopo un mese e mezzo, eravamo ancora separati, ho avuto assieme a mia moglie momenti di grande dolore. Tante le porte a cui abbiamo bussato, di istituti religiosi, di case di carità, ma niente era per noi. Ad un certo punto sentendo il nostro grido di sofferenza, Fratel Biagio ci ha invitati a pregare nella casa-museo di Padre Pino Puglisi, zona Brancaccio, per chiedergli la grazia di abitare di nuovo insieme. Dopo qualche giorno, ad un incontro di medici a Palermo, ho conosciuto Paola Geraci che ha preso a cuore la nostra situazione di sposi missionari laici costretti a dormire in due luoghi diversi. Abbiamo bussato insieme ad altre porte, che non si sono aperte all’accoglienza, ma Paola non si è scoraggiata e ci ha proposto di stare in una stanza nella Casa del Vangelo, voluta da Padre Placido Rivilli.

Ovviamente abbiamo detto di si, una stanza è sempre meglio di stare separati! Fratel Biagio, pur essendo in cammino in Francia, ha avuto il pensiero di chiamarci e quando gli ho comunicato che eravamo nella Casa del Vangelo ha risposto chiaramente: “Padre Pino Puglisi vi ha fatto il miracolo della casa”. Successivamente ho capito meglio, Padre Rivilli è stato addirittura il confessore di Padre Pino Puglisi. Poi abbiamo scoperto che Lia Cerrito, altra figura importante del Movimento del Vangelo, ha collaborato con Padre Pino. Pochi giorni fa mi sono accorto che Padre Placido era l’uomo della gioia e io da piccolo era il bimbo che sorrideva sempre. Nel corso degli anni tanti dolori mi avevano fatto perdere il sorriso, ma fare il cronista di buone notizie mi ha fatto rinascere e ora sono diventato il direttore del giornale “La Gioia” e poi di un altro, ancora di buone notizie, della Missione “La Speranza”.

Mi sforzo ogni giorno di essere l’uomo della Gioia, in realtà mi viene naturale! Attualmente operiamo per la Missione Speranza e Carità di Fratel Biagio e per tutte le persone che soffrono e che non hanno voce. Cerchiamo con la stampa, con una squadra di calcio composta da migranti, con un laboratorio di informatica e tante altre iniziative, di dare speranza e gioia. Ci battiamo con tutte le nostre forze per fare conoscere il dramma che stanno vivendo gli immigrati che a causa della legge sulla sicurezza stanno finendo in strada, senza prospettive e senza documenti validi. Proprio in questi giorni una ragazza nigeriana in conferenza stampa a Palermo ha affermato che molte donne africane finite in strada per colpa di questa legge, provenienti da varie parti d’Italia, hanno trovato alloggio a Palermo a Ballarò nelle 40 case dei boss nigeriani per prostituirsi.

Al momento sono circa 50mila i giovani immigrati che non hanno più documenti, si stima che diventeranno 150 mila nell'arco di qualche mese. Tanti disperati stanno continuando a sbarcare sulle coste siciliane, ma pochi mezzi di informazione ne parlano, siamo in un periodo molto oscuro. Non possiamo permettere questa ingiustizia e ovunque raccontiamo di questo abominio, in testimonianze con gruppi, in tv, sulla carta stampata, per far conoscere la situazione attuale! Lottiamo perché tutti siano accolti, sia stranieri, sia italiani, per costruire un mondo veramente cristiano. Noi, come coppia, ci mettiamo in discussione ogni giorno con coraggio, per una vita nella Verità.

riccardo rossi papa

Ultima modifica: Ven 19 Apr 2019

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