Scacco matto al bullismo. L'Ucsi Lazio in prima linea

Gli scacchi come metafora della vita, ma anche sport per combattere il bullismo in tutte le sue forme. Un gioco che fa dell’impegno educativo e della sana competizione i suoi punti di forza insieme alla socializzazione, la fatica fisica e mentale, la conquista di un obiettivo, il misurarsi con gli altri.

Questo il senso della giornata promossa dall’Università Lumsa di Roma, dall’UCSI Lazio e dall’ASD Frascati Scacchi. Un incontro “sperimentale” che, come ha sottolineato nel suo saluto il rettore della Lumsa Francesco Bonini, apre a tante prospettive dal punto di vista pedagogico e culturale e mette in evidenza come l’ateneo romano possa essere un luogo di riflessione anche su temi come la lotta al bullismo di cui più volte e in più occasione sia Papa Francesco che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella hanno ribadito l’urgenza.

“La lotta al bullismo attraverso gli scacchi è uno dei temi che più ci stanno a cuore – ha sottolineato il presidente della Federazione Scacchistica Italiana Gianpietro Pagnoncelli -. In diverse regioni e città italiane e nelle scuole in particolare. Ben vengano iniziative come questa tese ad accendere i riflettori su una problematica di stretta attualità”.

La scacchiera, ha detto Saverio Simonelli, presidente dell’Ucsi Lazio, “è un universo simbolico. Geometrico, delimitato, definito da lettere e numeri, eppure da sempre pervaso da un alone di misticismo, di senso dell’infinito. Con la sua trama, le sue case, colonne e traverse percorse da pezzi che simulano azioni fortemente allegoriche. Gli scacchi sono il gioco per eccellenza, con la loro storia millenaria”, ha aggiunto. “Il gioco ovvero lo spazio come diceva Schiller nelle Lettere sull’educazione estetica dell’uomo, dove davvero l’uomo è pienamente uomo, perché libero da ogni contingenza, libero di sprigionare la propria creatività. Per questo gli scacchi sono un’arma formidabile di educazione, di argine al bullismo – ha sostenuto Simonelli - perché aiutano i ragazzi a capire che ogni mossa, ogni azione può provocare una serie più o meno imprevedibile di conseguenze di cui però più cresco nella competenza e più posso calcolare. E soprattutto comprendere che queste mie azioni condizionano chi ho davanti, l’altro da me, l’avversario di cui però ho bisogno, perché senza una controparte non c’è partita e la partita ha bisogno di regole da rispettare, pena l’insensatezza, esattamente come accade nella vita”.

Al riguardo il presidente dell’Ucsi Lazio ha aggiunto: “Nella Novella degli Scacchi lo scrittore tedesco Stefan Zweig scriveva che questo è l’unico gioco che appartiene a tutti i popoli e a tutte le epoche e di cui nessuno sa dire quale dio lo abbia portato sulla terra. Pur rimanendo ignari di questa origine possiamo solo ringraziare questa misteriosa e ludica divinità per avercelo dato e quindi provare noi a farne ulteriore occasione di crescita umana nel rispetto del prossimo”.scacchi bimbi

Per Daniele Pasquini, presidente del Centro sportivo italiano di Roma “l’attività scacchistica non è solo un gioco, ma uno sport che può educare a costruire i cittadini del futuro”. Quello degli scacchi “è un gioco per mettersi alla prova e per capire che senza una preparazione adeguata è difficile andare lontano, in qualunque campo, ma anche per imparare che la vita è fondata sul rispetto del prossimo e sulla condivisione di alcune regole” ha ribadito Rosario Lucio Ragonese, Direttore Tecnico dell’ASD Frascati Scacchi.

“Un gioco antichissimo che insegna anche a gestire l’aggressività e che fa comprendere ai bambini come agli adolescenti l’importanza di riconoscere le conseguenze che derivano dai nostri comportamenti” ha aggiunto Davide Martinelli, esperto di dipendenza da Internet e cyberbullismo al Policlinico “A. Gemelli” di Roma .

Marcello Severoni, sociologo e criminologo all’Università Sapienza di Roma, ha sottolineato che nella lotta al bullismo occorre partire innanzitutto dalle famiglie e dall’aspetto educativo. “Al riguardo sono stati scritti libri e girati film. Non ultimo uno dei capolavori della cinematografia mondiale: Il Settimo Sigillo di Ingmar Bergman, dove il cavaliere nella sua partita con la morte, a un passo da essa, si redime. Quasi a dire che c’è sempre la speranza per un riscatto, ma questo dipende principalmente dalla famiglia e dalla scuola”.

La letteratura, la cinematografia e i libri sono ricchi di riferimenti agli scacchi, così come la fumettistica. Il segretario nazionale dell’Ucsi Maurizio Di Schino, intervenendo a conclusione della giornata, ha esortato i genitori, i bambini e tutti i presenti a guardare il film The Queen of Katwe, la vera storia di Phiona Mutesi, la donna nata nei bassifondi di Kampala, in Uganda, che, malgrado l’abbandono della scuola da giovanissima, divenne un prodigio nel gioco degli scacchi. “Un esempio – ha sottolineato Di Schino, che è anche inviato di Tv2000 – di come dagli angoli più periferici del mondo possa nascere la speranza per un mondo migliore, anche attraverso lo sport”.

E a proposito di periferie urbane, molto interessante è stata la testimonianza di Carla Mircoli, insegnante, giocatrice e istruttrice di scacchi: “Dal 2004 al 2010, a Torre Angela, a sud di Roma, fuori dal Grande raccordo anulare, abbiamo combattuto l’esclusione sociale e l’emarginazione – racconta - abbiamo cercato di accendere la speranza facendo leva sul fatto che chiunque può avere l’opportunità di potersi esprimere nello sport senza distinzione di razza, di sesso, di ceto sociale. Gli scacchi custodiscono in sé un valore intrinseco: la disciplina, l’autostima, la valorizzazione e il rispetto dell’avversario con cui ci si relaziona anche dopo una partita”.

La giornata si è conclusa con una simultanea della pluricampionessa italiana Daniela Movileanu, alla quale hanno partecipato anche un gruppo di bambini di diverse scuole primarie di Roma.

Qui il link al servizio di Tv2000

scacchi convegno

Ultima modifica: Dom 26 Mag 2019

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