'Ricostruiamo la politica': Padre Occhetta torna nelle Marche e presenta il suo libro

Padre Francesco Occhetta, a distanza di un anno dal suo appassionato dialogo con il pubblico sui temi della giustizia riparativa ad Ancona, torna nelle Marche. Protagonista è la sua ultima e impegnativa fatica letteraria (Francesco Occhetta, Ricostruiamo la politica. Orientarsi nel tempo dei populismi, Edizioni San Paolo, 2019, p.191, € 16.00) che offre una chiave di lettura attenta sul delicato momento che sta attraversando la nostra politica.

Nella serata di venerdì 14 giugno è stato accolto nella città di Fano presso la sala dell’Oratorio Sant’Orso dove con le sue riflessioni acute, meditate e mai banali ha cercato di rischiarare il clima di grande disorientamento che attraversa inevitabilmente anche il mondo cattolico. Il Papa e la Chiesa non possono “fare politica” ma il loro ruolo richiede necessariamente una difesa dei valori che toccano i vari ambiti dell’agire dell’uomo, per natura un «animale politico» (politikòn zôon) di aristotelica memoria.

Il testo “Ricostruiamo la politica. Orientarsi nel tempo dei populisimi” nasce da due esperienze: l’impegno del Padre gesuita come redattore della rivista “La Civiltà Cattolica” e l’avventura, che da ormai dieci anni lo appassiona, di accompagnare nella formazione un centinaio di ragazzi, educandoli alla profondità dell’agire.

Un’esperienza generativa di incontro in grado di innescare nei giovani, futura classe dirigente, un’idea di Paese nuova, “diversa” e libera dalle categorie precostituite. Padre Occhetta per definire i populismi oggi, riprende il testo “La sociologia del partito politico”del 1912 dove Robert Michels li descrive come delle burrasche che si infrangono su governi e istituzioni, generando una forza che distrugge tutto ciò che trova. Essi crescono in circostanze particolari che in modo ciclico si ripropongono e proliferano in relazione all’aumento dei flussi migratori, della crisi economica, della spesa militare, trovando un terreno fertile in cui le classi dirigenti da popolari diventano aristocratiche. Occhetta individua dieci caratteristiche della cultura populista, tra cui la distinzione netta tra nord e sud politico, la disintermediazione, lo slittamento dal logos come parola ragionata al pathos come parola che fa paura, l’assenza di mediazione e il passaggio dalla democrazia rappresentativa a quella diretta.

C’è poi un dato di fatto preoccupante nell’epoca che stiamo vivendo: con l’avvento della Rete è radicalmente cambiato il modo di fare politica e di costruire il consenso, fagocitati come siamo da una cultura della spensieratezza nichilista.

In questo scenario è urgente rifondare l’identità e l’appartenenza di noi cattolici al mondo politico, ripartendo proprio dai giovani e offrendo loro spazi di incontro fruttuosi per generare proposte concrete su grandi policy. Di qui il bisogno di un’area moderata in cui rispecchiarsi con uno sguardo su tutte quelle esperienze virtuose, ma solitarie di cui la nostra Italia è ricca.

Ciò è possibile solo recuperando la dimensione spirituale di un discernimento umano anche in politica e il desiderio di connessione, cooperazione e condivisione che avvalorino la centralità della persona umana, come degnamente proposto nel nuovo modello di ecologia integrale presentato nell’enciclica Laudato Sì. Servire sempre la dignità dell’uomo sia dunque la nostra missione, in ogni contesto, non solo in quello politico.

Nelle foto l'autore, Padre Francesco Occhetta, con il giornalusta Rai Vincenzo Varagona (Ucsi Marche)

Ultima modifica: Dom 16 Giu 2019

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