Giornalisti Ucsi in rete per il nuovo dipartimento napoletano di 'diritto canonico'
Formare esperti in diritti canonico alla luce delle nuove emergenze di famiglia e minori: nasce a Napoli, presso la sezione ‘San Tommaso’ della Pontificia Facoltà dell’Italia meridionale (Pftim), un nuovo dipartimento che offre un percorso di studi finalizzato al conseguimento del diploma di consulenza matrimoniale e familiare di secondo livello. Si parte a settembre.
Lo presentano, a Napoli, l’Unione cattolica della stampa italiana, sezione Campania (presieduta da Giuseppe Blasi), l’Ordine dei giornalisti della Campania (con Ottavio Lucarelli), il decano della Pftim don Francesco Asti.
Alla conferenza, presente anche l’arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe, il direttore di Avvenire Marco Tarquinio, il preside della Pftim don Gaetano Castello, il decano don Francesco Asti, il moderatore del Dipartimento di diritto canonico monsignor Antonio Foderaro e Francesca Galgano della Federico II.
«Per noi dell’Ucsi – dice il presidente Blasi – una materia da conoscere e approfondire: per questo proponiamo ai giornalisti una mattina di formazione su diritto canonico, deontologia e minori».
«Un sogno è divenuto realtà», dice Asti che precisa che «si tratta di un primo passo per ottenere il riconoscimento della Facoltà di Diritto Canonico a Capodimonte». Il Dipartimento «formerà operatori di primo livello specializzati nel settore, rilasciando un diploma sul diritto di famiglia e sui casi gravi».
«Napoli – ha sottolineato Sepe – ha sempre donato alla Chiesa e al mondo illustri giuristi e canonisti di grande valore. La nascita di questo Dipartimento, dunque, avviene nel solco di una tradizione plurisecolare, garantendone la continuità, ma anche la necessaria e costante innovazione per incarnare in questo territorio le istanze e le novità dei tempi».
Una sfida da cogliere «in un tempo – spiega il direttore Tarquinio – in cui la famiglia è identificata sempre e solo come un fatto patologico», ricordando che l’Italia, secondo il rapporto Eurostat, è penultima in classica per desiderio di sposarsi: si ha «paura del per sempre, a causa di politiche che non sostengono la famiglia e che inducono le persone a scegliere relazioni fluide».
Oggi «conviene di più anche fiscalmente la separazione, mentre è proprio nella famiglia che nasce la prima scuola di solidarietà, è là che si impara a rispettare il più piccolo, il più lento, la debolezza da non scartare. Perdendo il senso della famiglia perdiamo il senso della solidarietà».
«Ben venga allora una scuola in cui il diritto – conclude ancora Tarquinio – venga riportato alla sua funzione originaria: aiutare le persone e sottolineare che nessuno può essere cancellato, ma accolto; se trasformiamo il diritto nel suo rovescio, nella barriera che esclude, facciamo un disinvestimento e questo è una deriva del diritto stesso».
Foto: AgenSIR
Un programma ambizioso quello di Napoli: interagire con le varie istituzioni culturali che hanno a cuore la salvaguardia dell’uomo: avvocati, notai, studiosi di diverse facoltà, giornalisti perché «il fare rete è ormai un’esigenza dei tempi», aggiunge il decano Asti.
«Il dipartimento – ha spiegato mons. Foderaro – risponde alle nuove sfide pastorali della Chiesa di papa Francesco all’indomani della riforma del processo matrimoniale. Percorsi nuovi al servizio della Chiesa e della società meridionale e alle sue accresciute domande pastorali». Per questo sono previsti: «attenzione alla famiglia interculturale e interreligiosa, ai minori (ma non solo al tema dell’abuso) ma anche ai minori come oggetti e soggetti in una famiglia disgregata; deontologia ed etica del diritto: temi chiave all’interno di tutte le professioni». L’attenzione ai minori è al centro anche della testimonianza della Galgano che, ribadisce, come sia necessario interrogarsi «sulle nuove sfide che essi ci pongono e che ci spingono a lavorare sempre di più sulla formazione».