La deontologia ai tempi di internet. Il confronto con l'Ucsi Campania

Con il corso di formazione organizzato in collaborazione con l’Ordine regionale dei Giornalisti, l’Ucsi Campania ha celebrato la festa di San Francesco Sales, patrono dei Giornalisti, il 24 gennaio, nel Salone arcivescovile. Al centro del dibattito, una riflessione sul tema: “La deontologia ai tempi di Internet”.

Ha introdotto i lavori il presidente dell’Ucsi Campania, Giuseppe Blasi: «San Francesco di Sales è un santo per laici e cattolici, aveva scoperto un metodo di comunicare semplice e geniale, portava volantini alle porte con messaggi del Vangelo utilizzando una purezza di linguaggio, ancora oggi straordinaria. Come giornalisti, dobbiamo essere profondamente curiosi e andare incontro alla notizia e alla verità, nonostante la valanga di notizie che ci travolge, senza dimenticare che viviamo in un momento in cui la nostra professione è minacciata, come è successo anche qui da noi ai nostri amici e colleghi di Videoinformazioni, Pierpaolo Petino e Alessandro Jovane».

Continua la feconda collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti della Campania. Il presidente Ottavio Lucarelli ha così sintetizzato: «Il tema deontologico di questo incontro ci impone una riflessione profonda soprattutto sul tema delle fake news. Come giornalisti abbiamo il dovere di contrastare il falso attraverso la verifica delle fonti. Oggi però con l'esplosione del web e dei social, la verità è a rischio, ma non andare a verificare le fonti e mettere in giro false notizie mina il principio di democrazia».

Anche quest’anno ha voluto essere presente l’Arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, sempre vicino all’Ucsi Campania. «Non posso non essere presente alla vostra festa - ha detto - voi siete quelli che raccontano la storia della vita di tutti i giorni, un racconto che diventa anche testimonianza. La deontologia è proprio l’etica applicata al dovere di raccontare». Insomma è importante per l’arcivescovo dire la verità anche se brutta, ma senza farsi prendere dal catastrofismo e quando si può bisogna raccontare anche le cose belle. Il cardinale ha poi ricordato i tanti giornalisti uccisi nella nostra Regione, in Italia e nel mondo: «è sempre un martirologio». Poi ha concluso: «Avete in mano la vita della società, siete lo specchio. San Francesco di Sales ha vissuto tempi difficili, ma voi non vi scoraggiate, andate avanti, il Signore benedice questo vostro lavoro. Il giornalista è la persona del coraggio».

La relazione è stata tenuta da Giuseppe Acocella, Rettore dell’Università “Giustino Fortunato”.
«La diffusione di internet ha rafforzato il potere dell’informazione?», si è chiesto all’inizio del suo intervento. «Il codice deontologico è fatto per coloro che ricevono le notizie. Al giornalista spetta il compito di saper discernere. Purtroppo però nell’abbondanza delle informazioni, è sempre più difficile operare questo discernimento. Ecco allora che l’abbondanza di informazioni priva di discernimento manda in frantumi il principio di uguaglianza».

A questo proposito il relatore, nel ricordare che certamente la stampa libera è garanzia di democrazia, si è anche chiesto cosa si intende per stampa libera. «Non avere limiti? Certamente no. Anzi l’assenza di limiti ha generato scandalismo e sensazionalismo nel giornalismo. È giusto invece porsi dei limiti che non vengono ovviamente dalla censura ma dal limite che ci imponiamo noi stessi e dal dovere di applicare la deontologia». E qui si è giunti al terzo nodo della relazione, la deontologia. «La deontologia nella comunicazione - ha concluso Acocella - non è assicurata dall’informazione pluralista, nè dalla moltiplicazione dei codici deontologici, ma piuttosto essa è fondata sull’applicazione dei principi etici, quello di uguaglianza in particolare».

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Ultima modifica: Mar 28 Gen 2020