La newsletter dell'Ucsi Veneto: il 24 ottobre l'assemblea regionale

Riceviamo e pubblichiamo la nuova newsletter dell'Ucsi Veneto, destinata agli iscritti all'associazione e ai giornalisti della regione.

Care colleghe, cari colleghi,

eccoci puntuali ad aggiornarvi sui lavori del Consiglio regionale dell’Ucsi Veneto.

Lo scorso 4 luglio si è tenuta la riunione mensile del Direttivo, sempre in remoto, della quale vogliamo darvi qui una breve sintesi.

Dopo il momento iniziale di preghiera guidato dal nostro consulente, don Bruno Cappato, la discussione si è incentrata sul recente incontro del Consiglio nazionale, tenutosi in remoto, e sulla necessità, emersa in tale contesto di predisporre i prossimi congressi regionali per l’elezione dei delegati che rappresenteranno il Veneto al prossimo congresso elettivo nazionale. Tale congresso si terrà, presumibilmente, nei primi mesi del prossimo anno (ricordiamo infatti che l’attuale Consiglio nazionale è in regime di prorogatio, a causa della pandemia da coronavirus che non ha permesso lo svolgimento regolare delle elezioni previste nell’aprile 2020 a Torino).

Si è quindi deciso che il congresso del Veneto si terrà il prossimo 24 ottobre alle ore 10.30 a Padova. Sarà comunque nostra cura darvi conferma circa il luogo e l’orario esatti, nella prossima newsletter di settembre. Intanto, però, segnatevi in agenda la data del 24: speriamo davvero di poter contare su una vostra numerosa presenza.

Il Direttivo regionale ha poi messo a punto l’organizzazione di un prossimo webinar, che vuole essere un’occasione formativa e di riflessione, che si terrà presumibilmente a novembre. A curare l’appuntamento sarà la collega, e vicepresidente Ucsi Veneto, Nicoletta Martelletto.

Ricordiamo poi che a breve il tesoriere, Silvio Scacco, invierà via posta ai referenti provinciali Ucsi le tessere di iscrizione per l’anno in corso: chiediamo ai referenti di provvedere alla distribuzione agli iscritti.

Il Consiglio ha quindi ripreso la discussione circa il ruolo degli operatori della comunicazione sociale nella recente pandemia, già avviata nella precedente riunione, nel corso della quale è emersa l’importanza del garantire un’informazione professionale, di qualità, anche a livello locale, nelle nostre piccole realtà ecclesiali. A seguire trovate una riflessione (a firma Silvio Scacco) che riassume la posizione assunta a riguardo dal Consiglio.

Insieme al contributo del collega Scacco, troverete anche un articolo del nostro consulente, don Bruno Cappato, che vuole aiutarci a vivere in modo costruttivo e spiritualmente ricco queste settimane estive che per molti saranno di riposo e di vacanza.

Vi diamo quindi appuntamento a settembre con le ultime news sul Congresso regionale e, nell’attesa di risentirci, vi auguriamo una buona e proficua estate.

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Il bene va fatto bene: il Covid sfida editori e comunicatori
a essere efficaci, valorizzando radio e TV comunitarie

E a noi, giornalisti e comunicatori a vario titolo, che abbiamo un’attenzione e una sensibilità particolari nei riguardi degli ambienti ecclesiali, associazionistici, del volontariato, che cosa stanno dicendo questi mesi di pandemia dalle dimensioni planetarie e dalle conseguenze ancora così incerte?

Ce lo siamo chiesto anche come Direttivo Ucsi Veneto, in occasione di un recente nostro incontro, ovviamente via internet. Ne sono uscite alcune considerazioni che pensiamo possano essere utili per un confronto e, speriamo, per un eventuale arricchimento.

Due sono gli ordini di riflessione. Il primo. Il lockdown ha fatto avvertire quanto fossero importanti e preziosi i media di ispirazione ecclesiale e comunitaria che ora mancano all’appello. Nell’ultimo decennio si è spenta la voce di molte radio e di alcune TV, espressioni di realtà che si prefiggevano un servizio di accompagnamento delle persone anziane, di informazione non esclusivamente commerciale, di proposta di tematiche di spessore, portatrici di una visione, di una cultura e di una umanità che arricchiscono l’ascoltatore. Sono state dismesse malinconicamente molte presenze che, durante la pandemia, invece, sarebbero state di premuroso aiuto e testimonianza di prossimità a tutti noi reclusi, non necessariamente anziani. Molte diocesi, negli anni, hanno dovuto scegliere se sostenere la propria radio o TV, senza disperdere un patrimonio di professionisti e volontari, oppure se dare il via a lavori di manutenzione straordinaria a qualche immobile o a qualche ala di seminario. Di sicuro si è trattato di una scelta dolorosa. Speriamo però che l’esperienza del Covid contribuisca ora a offrire qualche elemento in più in vista di nuovi dilemmi. E se non fossimo del tutto convinti della preziosità di radio e TV comunitarie, basta guardare alla corsa che emittenti nazionali e commerciali hanno messo in atto, anche in concorrenza tra loro, per inserire nei propri palinsesti messe, funzioni religiose e commemorative, eventi e riti un tempo snobbati e poco remunerativi dal punto di vista degli inserzionisti. Vescovi, Uffici diocesani della comunicazione, editori sensibili farebbero bene a valutare questa sfida che ci arriva dal Covid e che ci proietta verso i prossimi decenni, quando i preti saranno sempre meno e, probabilmente, ci sarà sempre più bisogno di contenuti e di visioni di speranza.

Una seconda, salutare provocazione che il dopo pandemia ci sta lasciando, riguarda la qualità dei nostri messaggi e dei format utilizzati con i (nuovi) canali che abbiamo scoperto da marzo in avanti. Incontri via internet, dirette facebook, video autoprodotti, webinar e via discorrendo, sono tutti media a cui abbiamo affidato la nostra comunicazione, fatta di riflessioni, commenti, contenuti, confronti per coltivare rapporti, infondere prospettive e progettualità. Da ora in avanti abbiamo tutti la responsabilità di usarli bene anche dal punto di vista tecnico: cavalletti, microfoni, luci ma anche tempi televisivi brevi e sostenibili, oltre ovviamente ai contenuti, devono essere sempre cercati e curati. Ne vale dell’efficacia del messaggio: la forma è contenuto, lo sappiamo. E come raccomandava il piemontese don Luigi Monza, fondatore delle Piccole Apostole e dell’associazione La Nostra Famiglia, “il bene va fatto bene”. Sembra un’ovvietà, ma le grandi massime sono tanto vere quanto perentorie. Ci serva nel nostro lavoro di comunicatori.

Silvio Scacco

Estate 2020: un tempo speciale da vivere con consapevolezza

Siamo nella stagione estiva, tempo che in genere richiama viaggi e vacanze, ma che quest’anno si accompagna all’allerta scaturita e imposta dalla pandemia.

Ecco, appare un sommesso interrogativo nell’animo di molti: vacanze sì o no? In alcuni casi la TV ci dice che i riti usuali estivi sono ripresi ma con precauzioni come distanziamenti, mascherine ed altre raccomandazioni di prudenza. Dal governo - attraverso spot televisivi - viene il suggerimento di cercare luoghi di casa nostra e non ambire mete lontane per scoprire poi alla fine che la bellezza è qui a portata di mano, vicino a casa nostra; anzi si può riscoprire finalmente quello che si è sempre conosciuto sì, ma occasionalmente e superficialmente; un bene mai avvicinato con interesse vero e profondo.

L’imperativo però è molteplice e rimane: divertirsi, conoscere, fare esperienze nuove e, soprattutto, riposarsi. Si sa, anche la vacanza può - alla fine - essere faticosa sotto l’influenza di soddisfazioni imposte da pubblicità smaglianti di mare e di cielo, di boschi e di monti.

L’hanno detto in molti.

Ma non tutto è così.

In una di queste domeniche la liturgia delle Parola ha proposto un brano di Vangelo dove Gesù invita i suoi apostoli affaticati per mille cose e, con loro i discepoli che seguono il Maestro senza sosta, a riposarsi e Gesù stesso si propone come il luogo della quiete rigenerante: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi ed oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». Sono parole magnifiche per ogni tempo e insegnano che vi è una esperienza che fa molto bene ed è quella dell’incontro con il Signore, l’esperienza contemplativa che ricrea, in un momento di silenzio e di quiete, la gioia dell’incontro e dell’amicizia con Gesù.

Ecco allora per questo tempo estivo un itinerario tutto interiore che potrebbe essere favorito proprio dalle caratteristiche del tempo di vacanza.

Così cultura che si rinnova in occasioni scoperte appena fuori di casa e preghiera come oasi che dona gioia e fiducia, sono delle possibili strade da inseguire e scoprire in questo tempo.

I giornalisti - a volte - esauriscono la loro analisi soffermandosi sull’andamento climatico, sulla calura sofferta o percepita, ma, altre volte, offrono l’indicazione di proposte interessanti. Così, da alcuni servizi giornalistici, si è saputo di anziani che si ritrovano insieme, che armoniosamente vivono le loro giornate in amicizia, aiutati da persone generose; in altri casi ci è stata raccontata l’esperienza di giovani volontari che hanno dato la disponibilità del loro tempo per visitare gli anziani in solitudine, o per dare aiuto nel portare a casa la spesa o i medicinali o altre cose di necessità; con il sorriso. Ho visto volontari - a frotte - disporre la sanificazione delle chiese prima e dopo la celebrazione eucaristica.

In conclusione, il virus ci ha chiusi sì, ma ci ha anche fatto scoprire che ci sono delle persone accanto a noi che possono essere viste con amicizia e gioia pur nel distanziamento imposto dalla pandemia. Ecco, il tempo estivo del 2020 ha caratteristiche speciali che non avremmo sospettato, ma che ci fanno pensare e riflettere su di noi stessi e sulle persone che passano accanto a noi.

Bruno Cappato

Ultima modifica: Dom 12 Lug 2020