Giornalisti del 'ma' - #nuovoinizio/2

La vita si rinnova attraversando frangenti di crisi, bisognerebbe ricordarselo. “Crisi”, che si è caricata nella narrazione mediatica e nel dibattito politico di una mole di significati allarmanti e spiacevoli, è una parola di una bellezza ignota al treno delle “magnifiche sorti e progressive”.

Quando la locomotiva deraglia, e con essa le ambizioni del presente, ognuno viene passato al vaglio e ha l’opportunità di chiarire a sé stesso dove conduca il sentiero intrapreso e se sia meglio cambiare direzione. Nella crisi è insita la nozione di giudizio, di discernimento, a cui la pandemia ha sollecitato intere comunità. Ogni crisi può (e deve) essere preludio di un nuovo inizio.

Perché il futuro non appaia un salto nel vuoto, serve la mappa di un cammino che esprima un comune sentire, concepita nel segno della sinodalità. Partecipazione, ascolto reciproco e corresponsabilità delle diverse componenti della società, ognuna con il proprio portato di sensibilità culturali, è il punto di partenza. Ed è innegabile che l’aspirazione sia ri-costruire su fondamenta più resistenti. In mezzo, però, si trovano questioni urgenti di fronte alle quali nessuno può tirarsi indietro. Vecchie e nuove disuguaglianze, emergenza ambientale, immigrazione e convivenza interetnica richiedono uno sforzo di lungimiranza e progettualità. Insieme, poiché “da soli si rischia di avere dei miraggi, per cui vedi quello che non c’è”, ricorda Papa Francesco.

Quale nuovo inizio per il giornalismo? Un compito delicato ed essenziale: custodire e vigilare sui processi in atto, raccontarli e suggerire all’occorrenza come correggere il tiro con dei “ma”. Il rilancio economico, ma con uno sguardo attento ai più fragili, tra cui anziani, persone con disabilità e immigrati. La svolta digitale, ma senza sottovalutare gli effetti sulla socialità e l’apprendimento. Lo slancio verso il futuro, ma conservando la memoria delle generazioni passate. La speranza è che la vita si rinnovi e che il cambiamento avvenga “più lentamente, più profondamente, più dolcemente”.

Ultima modifica: Gio 7 Gen 2021

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