La celebrazione del patrono ad Aosta: 'L'esempio che arriva da Francesco di Sales'

Monsignor Franco Lovignana, vescovo di Aosta, ha celebrato la messa dedicata a San Francesco de Sales, patrono del seminario, dei giornalisti e degli scrittori.

Anche quest’anno è stata la Cattedrale e non la cappella del Seminario diocesano, fondato dal nipote del Vescovo ginevrino, ad ospitare la celebrazione. Presenti, fra gli altri, alla celebrazione diversi sacerdoti, fra cui fra’ Marcello Lanzini, direttore della casa diocesana per la formazione del clero e l’animazione vocazionale, e tutto il nuovo direttivo regionale della sezione valdostana dell’Unione Cattolica Stampa Italiana. Fra i fedeli c’erano numerosi operatori della comunicazione di varie testate regionali.

All’inizio della celebrazione il vescovo ha chiesto l’intercessione del Santo per il dono di vocazioni al ministero sacerdotale e diaconale e poi per tutti gli operatori della comunicazione perché possano svolgere il loro servizio con professionalità e generosità. al servizio davvero di tutti. Nell’omelia mons. Lovignana è partito dalla figura di San Francesco di Sales, guardando a lui come ad un esempio da imitare. «Il tempo in cui è vissuto aspro, divisivo, il difficile ministero che gli fu affidato, vescovo in esilio, i contrasti che ha dovuto subire e il suo stesso carattere avrebbero potuto fare di lui un uomo amaro, un predicatore severo, sferzante, invece ecco un uomo mitissimo. È la testimonianza universale che riceviamo su di lui dalla storia: un uomo riconciliato con il suo tempo al quale peraltro non si è arreso. Un pastore zelante che ha saputo presentare la bellezza della fede e dell’appartenenza alla Chiesa cattolica senza fare sconti, richiamando alla verità tutta intera e promuovendo però relazioni improntate al rispetto e alla dolcezza e questo anche verso coloro che gli si opponevano con violenza».

Per il vescovo rileggere oggi la vita di San Francesco di Sales risuona come un programma di vita per ogni cristiano, di ministero per ogni sacerdote, di impegno professionale per gli operatori della comunicazione. Un programma che può essere racchiuso in due parole: verità e mitezza. «Per noi – ha spiegato mons. Lovignana – sempre oscillanti tra rigidità e politicamente corretto è una proposta seria la vita di San Francesco di Sales, impegnativa anche stimolante. E allora mi è sembrata importante una domanda: come ha fatto? Qual è il segreto della sua vita che ha fatto di lui quello che noi oggi celebriamo. E mi sembra di poter rispondere con le parole del salmo 37 che abbiamo pregato: “la bocca del giusto medita la sapienza e la sua lingua esprime diritto. La legge di Dio è nel suo cuore; i suoi passi non vacilleranno”. Sono la ricchezza della sua vita interiore e la profondità della sua relazione con Dio ad aver permesso a Francesco di Sales di essere uomo e pastore fermo nella dottrina e nei principi, mite e carismatico nei rapporti. Una formula non facile da realizzare. È l’interiorità aperta al mistero di Dio che lui chiama “vita devota” e che lui ha coltivato giorno per giorno fin dalla giovinezza attraverso una duplice fedeltà, obbedienza: ai comandamenti di Dio, ma anche al suo stato di vita, cioè al concreto progetto di Dio sulla sua vita».

Una duplice obbedienza che San Francesco ha insegnato alle persone del suo tempo che si rivolgevano a lui per avere delle indicazioni nel cammino della vita cristiana. Il vescovo ha poi concluso la sua omelia con l’augurio che ciascuno di noi sappia accogliere questo segreto e viverlo e praticarlo nella nostra esistenza, nel nostro servizio, nella società. Ha poi consegnato agli operatori della comunicazione una breve riflessione fatta nel 2019 dal Prefetto del Dicastero per la comunicazione della santa Sede Paolo Ruffini a proposito dei media cattolici, utile per chiunque voglia fare della buona comunicazione: «Essere cercatori di verità, esercitare l’arte di vedere prima di raccontare, comprendere prima di riassumere, saper vedere oltre l’apparenza, vedere cose che altri non vedono, raccontare cose che altri non raccontano, capire i segni dei tempi, mettere in rete quello che altri scartano, vincere l’indifferenza interpellando e interrogando». Un elenco denso, ma in grado di riassumere alcuni principi validi per ogni forma di comunicazione.

Ultima modifica: Lun 24 Gen 2022