Ucsi Lazio - Turismo sessuale infantile: moderna schiavitù da combattere anche con una corretta informazione

Sono 40 milioni i bambini in condizione di schiavitù sessuale nel mondo. Raccontare le loro storie non è mai semplice ma informare è il primo passo per abbattere l’indifferenza nei confronti di un mercato in continua espansione. A Roma, nella suggestiva sede dell’Oratorio dei Bergamaschi, l’Unione Cattolica Stampa Italiana-Ucsi Lazio ha incontrato giornalisti, forze dell’ordine ed esponenti del mondo cattolico per riflettere su come i media debbano comportarsi quando al centro della notizia c’è un minore in condizione di schiavitù. “Il nostro compito è quello di accendere i riflettori sui fenomeni più nascosti della società – ha detto la presidente nazzionale’Ucsi, Vania De Luca. – Parlare della prostituzione minorile è importante perché si raccontano storie che purtroppo riguardano anche il nostro Paese”...

Il cinema è un potente strumento di comunicazione, come ha ricordato Miela Fagiolo D’Attilia, moderatrice dell’incontro. Lo sa bene Ilaria Borrelli che proprio sul fenomeno dei bambini schiavi del sesso ha realizzato il suo ultimo film “Talking to the trees”, di cui sono stati proiettati alcuni brani durante l’incontro. “Non è stato affatto semplice trovare una casa cinematografica disposta a distribuire il mio film nelle sale italiane – ha spiegato Borrelli - il tema senza dubbio spaventa: ancora oggi è un tabù associare il sesso al mondo dell’infanzia”. Spesso si tratta di bambini che vendono il proprio corpo solo per dare da mangiare alle loro famiglie. “Guardando un documentario – ha continuato la regista - mi hanno colpito le parole di un bambino, di tanti bambini. Ho provato una tale rabbia che ho avuto bisogno di condividerla”.
Il pericolo ormai è ovunque, anche su internet. “Il cybersex è in continua crescita perché non c’è bisogno di pagare un biglietto, prendere un aereo per andare in un bordello di minori. Si fa tutto davanti ad un computer, spesso nella comodità di casa propria”, ha raccontato Elvira D’Amato, vice questore aggiunto della Polizia postale e responsabile del Centro antipedofilia on line italiano.
A pagare non sono solo i bambini ma anche le loro famiglie. “Forze di polizia e magistratura collaborano per difendere il diritto all’infanzia ma anche l’informazione deve fare la sua parte”, ha continuato D’Amato. “I giornalisti sono guardiani della realtà e devono fare servizio pubblico”.
Informare ma non strumentalizzare: “I minori vittime di abusi vanno aiutati, non annientati nella loro dignità”, ha detto suor Eugenia Bonetti, fondatrice dell’associazione ‘Slaves no more’. - È deleterio metterli sotto i riflettori perché hanno vergogna e vogliono solo dimenticare”.
Dal 2000 in Italia sono state aperte un centinaio di case famiglia. “Abbiamo aiutato più di 6mila ragazze vittime di sfruttamento sessuale – ha concluso suor Eugenia - attraverso il sostegno e la reintegrazione socio-lavorativo affinché tornassero a vivere come donne e non come schiave”.

nella foto, da sinistra: la regista Ilaria Borrelli, suor Eugenia Bonetti, Miela Fagiolo D’Attilia, Elvira D’Amato

Ultima modifica: Gio 8 Dic 2016