La celebrazione del patrono a Ferrara con l'Ucsi

E’ forse ancora più importante, oggi, festeggiare la ricorrenza di Francesco di Sales. Già, perché questo santo savoiardo del XVI secolo è il protettore dei giornalisti e la stampa – si sa – non solo ha da sempre un ruolo di assoluto rilievo ma, in questo particolare e delicato momento storico, è chiamata a dare ancora di più...

La premessa spiega perché ci si attendesse molto dalla celebrazione del patrono svoltasi martedì 31 gennaio; una celebrazione voluta, come da molti anni a questa parte, dall’Ucsi Ferrara (l’Unione dei giornalisti cattolici) e dall’Associazione Stampa Ferrara.
Un nutrito gruppo di operatori dell’informazione ha così partecipato alla messa in Duomo celebrata dall’arcivescovo mons. Luigi Negri. Accanto a lui c’era il vicario generale della Diocesi mons. Massimo Manservigi, assistente ecclesiale dell’Ucsi estense e direttore della nostra Voce.

Nell’omelia mons. Negri ha ricordato l’impegno forte e costante di Francesco di Sales nella lotta per la fede (nella sua zona il calvinismo infuriava); una lotta che faceva leva sulla comunicazione nel segno di Cristo per il quale “bruciava d’amore”.
Nel corso della messa sono stati ricordati i soci defunti delle due associazioni fra i quali in particolare i dirigenti Luciano Chiappini e mons. Giuseppe Cenacchi per l’’Ucsi e i presidenti dell’Assostampa Giordano Magri, Mirto Govoni e Giorgio Resca. Invocazioni sono state lette affinchè “i giornalisti e i comunicatori offrano sempre testimonianza di verità contribuendo alla crescita civile e umana delle nostre comunità”.

Dopo il rito i giornalisti si sono incontrati con mons. Negri in Arcivescovado. E’ stata un’importante occasione per riflettere su alcuni dei più scottati temi che affliggono non solo il giornalismo ma soprattutto il rapporto fra cittadini e notizia. L’arcivescovo ha lanciato due messaggi: il primo circa la necessità di operare molto più intensamente sul campo dell’educazione delle nuove generazioni (“l’inferno” di Pontelangorino ne è la riprova); il secondo messaggio ha invece coinvolto la Chiesa nel suo interno, dove “la confusione è sotto gli occhi di tutti”.

All’incontro con l’arcivescovo hanno partecipato molti esponenti di realtà rappresentative dei giornalisti oltre che di mezzi di informazione, coordinati da Alberto Lazzarini presidente Ucsi Ferrara e responsabile della commissione cultura dell’Ordine nazionale dei giornalisti.
Cristiano Bendin, responsabile della redazione di Ferrara del Resto del Carlino, ha messo in guardia dagli eccessi del web e più in generale da un’informazione non veritiera cui si deve opporre un giornalismo guidato da etica e deontologia, rispettoso della persona e pronto a verificare sempre le fonti delle notizie. Bendin ha dato atto all’arcivescovo di aver spezzato, in questi quattro anni, “il pensiero unico” da troppo tempo operante nel nostro territorio. Negri ha rappresentato e rappresenta, ha aggiunto “una positiva provocazione per tutti noi e un grande stimolo al di là delle personali opinioni”. Di un giornalismo di valori hanno parlato anche Matteo Billi (presidente regionale dell’Ucsi), Alessandro Rondoni (direttore dell’ufficio regionale per le comunicazioni sociali) e Riccardo Forni presidente dell’Associazione Stampa Ferrara, mentre di formazione si è occupato Emilio Bonavita, vicepresidente regionale dell’Ordine dei giornalisti intervenuto a Ferrara con Roberto Zalambani, consigliere nazionale dell’Ordine. Al termine a mons. Negri è stata consegnata la tessera onoraria dell’Ucsi.

La riunione del 31 gennaio si è rivelata una delle più sentite e proficue nella ormai lunga storia delle celebrazioni del patrono, iniziate con l’indimenticato presidente Ucsi Luciano Chiappini. Mons. Negri ha raccolto questo testimone dai predecessori Caffarra e Rabitti e di buon grado ha sempre colloquiato con i rappresentanti della stampa, nonostante le difficoltà (per non dire altro) che ha incontrato in taluni momenti e con talune testate.
Va da sé che chi opera nel campo delle comunicazioni sociali debba avere una preparazione, una sensibilità e un senso del servizio assolutamente particolari. Padre Francesco Occhetta consulente ecclesiastico nazionale dell’Ucsi dice “Bisogna che le nostre parole siano infiammate, non da grida o gesti smisurati, ma dall’affetto interiore; devono uscire dal cuore più che dalla bocca. Si ha un bel dire, ma al cuore parla il cuore, mentre la lingua parla soltanto alle orecchie”.

Ultima modifica: Lun 6 Feb 2017