Famiglia, giovani, lavoro. Incontro a Bari sull'occupazione giovanile (e sulla famiglia) con mons. Santoro

"Il lavoro, come ha detto il Papa a Genova, deve essere per la realizzazione della persona. Il lavoro è dunque legato alla dignità della persona. Parlare di esuberi quando questi non ci sono realmente, non permettere alla donna di conciliare serenamente occupazione e vita familiare, mettere il lavoratore in condizioni di pericolo, o peggio ancora sfruttarlo senza alcun rispetto: questo non è lavoro. Il lavoro degno dipende dalle opportunità che alla persona vengono offerte".

Le parole di Monsignor Filippo Santoro, Arcivescovo di Taranto, risuonano in una giornata carica di attese, mentre nella città che guida come pastore, si annunciano nuovi scioperi da parte degli operai dell'Ilva, allarmati dalle notizie sui possibili esuberi che seguirebbero alla vendita del gruppo al quale appartiene la più grossa acciaieria d'Europa. Monsignor Santoro parla da Bari, durante il convegno “Famiglia, Giovani, Lavoro” organizzato dal Forum Associazioni Familiari di Puglia, Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro della Regione Puglia, Confindustria Bari, Coldiretti, Confcooperative, Confartigianato, e dalla CISL nel Collegio Universitario di Merito Poggiolevante.

Un'occasione per affrontare i temi del lavoro legati alle problematiche che vivono le famiglie nel quotidiano. Il Vescovo di Taranto avverte: "Realizzazione della persona è anche la famiglia, per cui i due temi, quello del lavoro e quello della famiglia, sono fortemente connessi. I nostri giovani vogliono sposarsi, vogliono avere figli, ma non si sentono in grado di tutelarli. Temono di non potercela fare e per questo spesso rinunciano ai loro progetti. Progetti di vita, di famiglia, di amore”.

La questione lavoro è il tema della 48esima Settimana Sociale che si svolgerà a Cagliari dal 26 al 29 ottobre 2017 e la testimonianza di Monsignor Santoro, presidente delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani, diventa, a metà del cammino che ci conduce all'appuntamento di Cagliari, estremamente significativa.

I Paesi in cui la natalità è in aumento sono anche quelli in cui le donne lavorano di più. Un controsenso? Tutt’ altro. Lo spiega il prof. Alessandro Rosina, ordinario di demografia e statistica sociale all'Università cattolica di Milano, insieme al perché la denatalità, a cui assistiamo quasi inermi (se non fosse per qualche caso isolato) da qualche anno a questa parte, è una problematica che va a braccetto con le politiche del lavoro e in particolare con quelle del lavoro femminile. Anche nelle regioni statisticamente più feconde (tra queste Campania e Puglia) la tendenza si è invertita. E dunque politica, università, sindacati, diocesi, aziende, giovani si riuniscono mettendo in rete idee e progettualità, nell’ambito della lunga Festa della Famiglia promossa dal Forum Famiglie di Puglia. Non basta più solo snocciolare dati, bisogna innanzitutto centrare il problema e concretizzare poi proposte nella speranza che vengano condivise dalla politica. “I paesi in cui economia e demografia si sostengono a vicenda sono quelli in cui i giovani conquistano la propria autonomia e realizzano le proprie aspettative, le donne entrano più facilmente nel mondo del lavoro e conciliano occupazione e famiglia. Sono i paesi in cui la demografia funziona meglio e la fecondità è più elevata", dichiara il prof. Rosina.

"La denatalità negli ultimi anni ha raggiunto livelli preoccupanti. Si assiste ad un "degiovanimento", parola che l'Istat ha fatto sua grazie alle nostre ultime ricerche universitarie – dichiara ancora il prof. Rosina - in quanto inesistente sia come concetto sia come vocabolo della lingua italiana. Intere generazioni annullate, come in tempi di guerra. E’ necessario investire in cultura, che sappia trasmettere il concetto che i figli sono un bene pubblico, non privato, un punto da cui ripartire, una risorsa per l'intera società."

La politica, dunque, cosa fa?
"Non basta più il mero assistenzialismo - dichiara Sebastiano Leo, assessore istruzione, formazione e lavoro della Regione Puglia – come gli ammortizzatori sociali. Bisogna credere nella inclusione sociale, servono interventi diretti e costanti anche in materia di formazione e di crescita rispetto alle competenze dei nostri giovani che non devono andare a formarsi all'estero". "Le politiche giovanili – sottolinea, dal canto suo, Raffaele Piemontese, assessore alle politiche giovanili della Regione Puglia – sono un elemento di grande innovazione della Regione iniziate già nella passata legislatura e puntano a rendere partecipi i nostri giovani attraverso bandi di vario tipo, i PIN, Pugliesi Innovativi, che finanziano idee innovative dei giovani, sia dal punto di vista finanziario, sia come supporto per fare un primo giro di prova nel mondo del lavoro”.

Eppure proprio la politica, che comunque ha dimostrato una certa attenzione alla problematica attraverso la partecipazione degli assessori al convegno, ha deluso relatori e pubblico per la veloce “dipartita” dei politici dall’incontro per altri impegni istituzionali.
Tra gli altri ospiti al convegno, moderato da Roberto Lorusso del Forum delle Famiglie di Puglia, anche Mariana Bianco, coordinatrice del Forum RSI - Confindustria, Daniela Fumarola, segretaria generale CISL Puglia e Basilicata che ha sottolineato come investire in famiglia non ha niente a che vedere con il RED (il reddito di cittadinanza), Vito Di Venere, presidente UCID, Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti, che con rammarico ha sottolineato gli sforzi compiuti da giovani, imprenditori, volontari e la totale assenza delle istituzioni nei loro progetti a favore delle famiglie. E’ toccato dunque a mons. Filippo Santoro, ancora una volta ad un rappresentante della Chiesa, dare risposte alle tante domande del pubblico che avrebbe voluto dialogare anche con gli assessori.

Ultima modifica: Mar 6 Giu 2017