Papa Francesco, don Milani e lo sforzo di conversione che viene chiesto alla chiesa

“La visita del Papa a Bozzolo e Barbiana è uno dei gesti più forti che Francesco abbia fatto nei confronti della Chiesa”. Il presidente della Conferenza Episcopale Sarda Monsignor Arrigo Miglio lo ha ribadito più volte intervenendo al convegno “La Sfida di Don Milani” che l’Ucsi Sardegna ha organizzato a Cagliari per ricordare il cinquantennio della morte del priore di Barbiana in concomitanza con la visita di Francesco sui luoghi in cui hanno operato don Milani e don Primo Mazzolari.

“Credo che il gesto di Papa Francesco sia uno di quegli schiaffi salutari che qualche volta si danno per motivi pedagogici – ha detto monsignor Miglio–. Il fatto che prima sia andato da don Mazzolari e poi da don Milani, due dei preti che più hanno fatto discutere e più hanno avuto problemi con una parte delle gerarchie della Chiesa italiana, evidenzia tutta la voglia di cambiamento che il Pontefice chiede alla Chiesa italiana. Andando in queste due parrocchie il Papa ci invita a rileggere la storia e a fare un profondo esame di coscienza per capire come la nostra Chiesa in questi cinquant’anni si sia barcamenata all'interno della storia. Per questo mi piacerebbe che questo gesto non venga guardato con esaltazione da parte di tutta la Chiesa e dei canali informativi del mondo italiano, ma al contrario con molta umiltà”.

“L’attualità e la profezia di Don Milani continuano ad essere un mistero più profondo di qualsiasi classificazione perché è un uomo, un prete e un educatore più unico che raro”, ha spiegato don Felice Nuvoli, docente di Pedagogia all’Università di Cagliari e di Filosofia nella Facoltà Teologica che ha illustrato la figura di Don Milani. “Una cosa è certa: nessuno se lo può accaparrare”, ha aggiunto il docente evidenziando come lo stesso sacerdote abbia escluso qualsiasi convergenza con la sinistra marxista, il partito democristiano, che pure aiutò, e il mondo liberale e radicale “La dimensione sacerdotale è stata la radice di tutta la sua attività: è stato un prete cattolico fedelissimo alla Chiesa e alla scuola dei poveri; tutto il resto sono dicotomie e distinzioni intellettuali”.

Da qui l’invito del presidente della Conferenza Episcopale Sarda a cogliere il significato profondo dello “schiaffo pedagogico” del Papa e a rivalutare gli avvenimenti ecclesiali degli ultimi cinquant’anni con onestà intellettuale. “Credo che stia al mondo cattolico e a tutta la comunità ecclesiale mettere in evidenza tutta la forza di cambiamento che sta nel gesto compiuto da Papa Francesco: una conversione che il Pontefice chiede a tutta la Chiesa italiana di portare fino in fondo”.

fonte: Blogosocial – Sardegna Blog Magazine

Ultima modifica: Dom 25 Giu 2017