Radio e tv locali: a Roma l'assemblea di Confindustria. Per Siddi serve 'seria riforma del sistema'

Se qualche spiraglio positivo si intravede, tuttavia il settore dell’emittenza radiotelevisiva locale è ancora un un “malato grave”. Decine di aziende hanno chiuso, per liquidazione o fallimento, segnando una perdita di occupati ma anche di libertà e pluralismo e lasciando un vuoto tangibile nel presidio dei territori.

Restano in piedi 70/80 tv locali più forti e strutturate, che con grandi sforzi economici, “creano occupazione e forniscono un servizio informativo, di comunicazione, promozione e pubblica utilità sul territorio. Queste aziende proseguono il loro imprescindibile servizio di editori, in attesa di una seria riforma di sistema”.
Così si è espresso Franco Siddi,presidente di Confindustria Radio-Tv, durante l’assemblea annuale dell’associazione, che si è svolta nell’auditorium di Tv 2000, a Roma.

Il dialogo con il governo è aperto e su molti punti c’è convergenza, come ha rilevato il sottosegretario Antonello Giacomelli, anch’egli intervenuto all’assemblea. “Il governo farà la sua parte e il meccanismo per l’erogazione dei contributi statali sarà molto più selettivo”, ha commentato.

Una parte del confronto è stata dedicata anche alla concorrenza degli OTT (Over The Top). I grandi players della rete hanno approfittato della mancanza di regole adeguate per il settoree di una fiscalità agevolata, adesso, è l’appello di Siddi, occorre creare le condizioni per “gestire il cambiamento ponendo le basi per una equa competizione nel sistema esteso alla Rete”.

Ultima modifica: Gio 6 Lug 2017