Ecologia, una sfida per il giornalismo. Greenaccord e Ucsi insieme per un confronto (ed evento formativo) sabato 11 a Campi Bisenzio (FI).

Il rapporto tra informazione e temi ambientali è al centro dell’operato dell’Associazione GreenAccord, e tema del prossimo incontro formativo organizzato insieme a UCSI Toscana per sabato 11 novembre a Campi Bisenzio (FI), riconosciuto come 'evento formativo' per i giornalisti (partecipazione gratuita, iscrizioni entro l'8/11 sulla piattaforma Sigef).

Riscaldamento globale, inquinamento e spreco di risorse sono fonte di preoccupazione per gli studiosi e terreno di scontro politico internazionale. Eppure i nostri media parlano poco di questi problemi, salvo che in specifiche occasioni, nonostante che il rischio per tutti sia alto. E reale.
L’umanità è chiamata a prendere coscienza della necessità di cambiamenti di stili di vita, di produzione e di consumo” ha scritto Papa Francesco nella sua enciclica Laudato Sì, esponendo i vari motivi che contribuiscono ai cambiamenti climatici e alla nascita di tali fenomeni.

Proprio con l’intento di sensibilizzare cittadini e operatori della comunicazione, nel 2002 è stata creata Greenaccord onlus. «La nostra associazione è nata dall’esigenza di dare spazio all’informazione sulle questioni ecologiche, che in Italia era limitata se non inesistente – spiega Andrea Masullo, direttore scientifico dell’associazione e consulente scientifico della DG Clima ed Energia al Ministero dell’Ambiente – dove era presente, invece, mancava pur sempre una continuità, in quanto l’attenzione dei media si concentra su temi ambientali solo in occasione di eventi straordinari come frane o alluvioni. Ma sono frammenti da mettere insieme, che fanno parte di un ampio e complesso problema che riguarda i cambiamenti climatici, e sui quali tutti dovremmo interrogarci. L’emergere delle questioni ambientali globali ha reso chiaro che siamo a un punto di svolta, non bastano più gli “aggiustamenti” occasionali in caso di disastro. E non è ammissibile che l’attenzione alla nostra Casa comune sia dovuta venire da un’Enciclica del Papa!».

In molti altri Paesi i quotidiani hanno già adottato linee editoriali che prevedono approfondimenti periodici su tali tematiche. In Italia il giornalismo arranca sui problemi ecologici perché a mancare è una chiara direzione politica in tal senso, e il giornalista, ponte tra la stessa politica e il pubblico, è concentrato piuttosto su fatti politici ed economici. «Chi è alla guida del Paese non sta creando piani per risolvere gravità come, ad esempio, il dissesto idrogeologico; non ha strategie che siano almeno di medio termine; non elabora politiche climatiche reali, ma piuttosto continua ad inseguire qualche indice, cercando soluzioni “sul momento”. La triste battaglia che si svolge in questa politica con la “p” minuscola, che ha abolito ogni ideologia per avere mani libere, e che, proprio per questo, non ha idee, è ormai solo sulle percentuali di PIL».

Non c’è una visione globale del fenomeno, manca una strategia. Non è pensabile continuare a produrre per aumentare i consumi, non si risolleva l’economia con questa prospettiva: senza prevenzione e piani dedicati, si può solo rimandare l’inevitabile collasso di un sistema già in difficoltà. «La politica attuale, che si fa governare dalla crisi invece che imporsi su di essa, trasmette al cittadino l’importanza di continuare a consumare, per dare prosperità al Paese che, però, così non si risolleverà.»

Eppure investire in politiche ambientali significa anche dare nuovo impulso all’economia stessa, creando posti di lavoro e dando vita ad un nuovo sistema: ancora una volta “Ecologia” ed “Economia” potrebbero “incontrarsi” per il bene di questa “casa” (così come nella loro comune radice greca che la indica, ôikos) e di chi la abita. «La stessa Banca mondiale, in un rapporto stilato a ridosso dello scoppio della crisi, affermava che la strada per uscire dalla crisi è la “de-carbonizzazione”. Ma nessuno ne parla, così come nessuno cita gli studi della WMO, l’Organizzazione meteorologica mondiale, riguardo all’incremento esponenziale dei gas serra. In ogni ciclo economico esiste un punto di svolta: la “vecchia” economia si scontra inevitabilmente con la nuova, ma quest’ultima, nel medio termine, prevale sempre, portando al cambiamento e dando nuovo vigore al ciclo economico. C’è una sorta di “effetto soglia” che è necessario attraversare per un cambiamento in meglio.»

In questo processo il ruolo del comunicatore è quanto mai fondamentale per spronare la politica e sensibilizzare il cittadino, contestualizzando eventi e notizie, offrendo così chiarimenti e motivi per agire nel quotidiano. Occorre tuttavia un interesse, un impegno culturale e una formazione dedicata per affrontare temi tanto profondi e complessi: per questo Greenaccord, tramite incontri formativi, propone il confronto continuo tra giornalisti e scienziati che studiano i cambiamenti climatici. Parlare di ecologia è ormai indispensabile: un impegno per tutti, per il nostro futuro.

Ultima modifica: Mar 7 Nov 2017

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