Il Forum 'Bambini e Mass Media' di Bari: alcuni spunti dei relatori.

Il mondo dell’informazione è cambiato. E non solo quello. Anche l’essere umano non è più lo stesso. È in atto una mutazione antropologica che ha trasformato il sistema cervello-mente. Il cervello dei nativi digitali legge e comprende in maniera diversa dal cervello analogico. È veloce, rapido e omologato. Anche le relazioni umane assumono le stesse caratteristiche di una connessione internet, si consumano molto rapidamente e sono prive di senso critico. Ma il percorso di ricerca del senso della vita e della felicità dell’uomo non può prescindere dai rapporti umani e dagli scambi autentici di amore. Bisogna dunque ritrovare il senso dell’umano nella comunicazione, e quindi anche nelle relazioni, perché la comunicazione è relazione. La rete massmediale ha creato una pigrizia relazionale e messo in crisi l’identità nell’uomo, il quale è sempre più smarrito e confuso, facendo diventare reale il virtuale, e viceversa.
E allora cos’è l’umano nell’epoca moderna? Come ritrovarlo? Esiste una ricetta per fare buona comunicazione? È tutta colpa di internet? Sono i temi su cui la terza Assemblea Nazionale del Forum Bambini e Mass Media, che si è tenuta a Bari nei giorni scorsi, ha avviato percorsi di riflessione e studi.

Dipendenze e patologie della comunicazione massmediale. L’esigenza di sperimentare” era il tema, nello specifico, di questa terza edizione, di cui giornalisti e rappresentanti delle istituzioni hanno discusso in presenza dei bambini che sono stati non solo ascoltatori ma protagonisti indiscussi (era nutrita la rappresentanza di alunni di una decina di scuole di Bari che hanno interagito con i relatori).

I bambini sono digitalizzati all’età di un anno, a undici anni dispongono di almeno tre strumenti digitali, trascorrono almeno tre ore al giorno connessi alla rete. Sono alcuni dei dati emersi da una ricerca presentata dall’Università di Bari su un campione di 1500 bambini dell’area metropolitana barese. Dati che hanno indotto i relatori e ricercatori ad asserire che “i bambini di oggi sono nati nell’epoca digitale, gli strumenti sono creati per i nativi digitali e chi meglio di loro potrebbe contribuire a governare il digitale e le sue derive?”. Da qui nasce la necessità di relazionarsi con loro per trovare un linguaggio comune per capirsi e capire dove si sta andando.

“Bisogna ripartire dai ragazzi”, ha dichiarato Felice Blasi-Presidente del Corecom della Puglia. "Le modalità con cui si attingono le informazioni sono cambiate. Siamo tutti dentro il meccanismo di produzione e verifica delle notizie. La verifica non è solo una prerogativa dei giornalisti, è una responsabilità che riguarda anche i bambini a cui bisogna educare", ha dichiarato Vania De Luca, Presidente nazionale UCSI.

Per Giuseppe Giulietti, Presidente della Federazione Nazionale della Stampa, il problema non è internet, bisogna formare i ragazzi a usare le parole con responsabilità, perchè spesso diventano come proiettili per i comunicatori”.

“Le parole sono pietre da usare per costruire ponti. L’informazione che è chiamata ‘quarto potere’, chiamatela servizio”, si è raccomandato p. Enzo Fortunato, Direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi, che è intervenuto tramite il video-messaggio. “Anche testate autorevoli si macchiano di fake news, è necessario che il legislatore intervenga con norme più severe e stringenti sulla trasparenza” ha sottolineato Valentina Petrini, giornalista Nemo-Rai2.

Paolo Ruffini, Direttore di TV2000, ha parlato “dell’etica e della responsabilità nel distinguere il bene dal male che devono possedere i giornalisti nella produzione delle notizie. Non esiste una ricetta precostituita per fare buona comunicazione”.
“Il racconto ha il potere di costruire l’immaginario dei ragazzi, il nostro dovere è di porre loro diversi punti di vista di un tema, in modo da indurre i ragazzi a porsi dei dubbi e fare discernimento”, ha aggiunto Luca Milano, Direttore Rai Ragazzi.

“Uno sguardo di maggiore fiducia nel futuro emerge dall’evento, non si sono voluti demonizzare i nuovi sistemi e strumenti di comunicazione ma si sono raccolti spunti su cui continuare lo studio dell’immagine e della carta stampata”, ha dichiarato Mons. Francesco Cacucci, Arcivescovo di Bari-Bitonto, a cui sono state affidate le conclusioni della la Terza Assemblea Nazionale del Forum Bambini e Mass Media.

“Giornalisti, comunicatori, pubblicitari, educatori, ogni persona nella sua professione, insieme ai ragazzi, devono assumersi la responsabilità di un cambiamento possibile nella comunicazione, che oggi forma più di ieri, più delle famiglie, più della scuola, più di ogni agenzia educativa, all’insegna della verità, indipendenza, autonomia e centralità della persona, per superare ogni patologia di un sistema che favorisce il mercato. Il sogno della Lettera di Bari continua ad essere un faro proiettato sul futuro”, ha aggiunto Enzo Quarto, Portavoce del Forum Bambini e Mass Media.

Ultima modifica: Lun 27 Nov 2017

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