In Sicilia l'Ucsi parla dell'importanza delle 'buone notizie'

Più spazio alle buone notizie, senza rinunciare alla verità. E’ stato il tema (e il filo conduttore) della giornata di formazione per giornalisti promossa dall'Ucsi in Sicilia e che si è svolta il 23 novembre nella sala conferenze dell’Ordine dei Giornalisti.

Perché le brutte notizie hanno sempre maggiore spazio rispetto a quelle positive? Quanto influisce negativamente sulla società questo modo di informare che privilegia la cronaca nera? Come si può migliorare la società se si continua ad amplificare il male rispetto al bene che viene operato? 

Urge una presa di coscienza, un'adeguata preparazione di chi lavora nell'ambito dell'informazione, per invertire la rotta della comunicazione “far crescere la dimensione sociale dell’uomo, favorire la costruzione di una vera cittadinanza”. L'esortazione a modificare il modo di comunicare, senza rinunciare alla verità e senza trascurare la sofferenza ed il dolore, è rivolta ai giornalisti da Papa Francesco, in occasione della 51ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali.

L’iniziativa è stata organizzata dalla sezione siciliana dell'Unione Stampa Cattolica Italiana in collaborazione con l'Ordine dei Giornalisti. «Essere buoni giornalisti significa puntare alla verità ma rispettando le persone, percéè il rispetto della persona è al primo posto», ha detto il Presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Sicilia Giulio Francese, al quale è stata affidata l'apertura dei lavori eche era alla sua prima uscita ufficiale dopo l’elezione. Francese, nel sottolineare l'importante ruolo che riveste la formazione professionale, ha evidenziato, quali punti cardini per esercitare in modo corretto la professione giornalistica, tre principi enunciati dal Pontefice:«amare la verità, che si traduce nell'essere onesto con se stesso e con gli altri; interiorizzare il proprio mestiere, quindi non fermarsi soltanto al rispetto del codice deontologico ma non cedere ad interessi di parte; rispettare la dignità umana, ovvero criticare nel pieno rispetto dell'altro».

Due assunti, quello dell'essere innamorati della verità e quello di un giornalismo costruttivo, sui quali si è soffermato anche il Presidente dell'Ucsi Sicilia Domenico Interdonato. Il mestiere di giornalista si può riassumere in una sola frase che attiene alla vita di San Francesco di Sales “essere testimoni della verità e riuscire a trasferire la verità agli altri”, ha detto.

E a dispetto di quanto s'insegna ancora oggi nelle scuole di giornalismo a costruire scalette e menabò sulla regola delle tre S (Sesso, Sangue e Soldi), Salvo Di Salvo, Consigliere Nazionale dell'Ucsi, ha parlato “d'imbarbarimento del giornalismo e della società”, richiamando i giornalisti al «dovere di scovare le buone notizie che possono innescare un effetto a catena» ed alla «responsabilità morale dei giornalisti rispetto a quanto accade nel mondo, una responsabilità nei confronti dell'umanità, in un momento in cui la società stessa va a rotoli». La giornata formativa, moderata da Pino Grasso, responsabile dell'Ufficio delle comunicazioni sociali dell'Arcidiocesi di Palermo, è stata arricchita dagli interventi dei vaticanisti: Michelangelo Nasca di Vatican Insider, docente alla guida anche la sezione Ucsi Palermo, ed Alessandra Ferraro giornalista Rai, autrice del volume “Non guardate la vita dal balcone” (Edito da Elledici).

Ultima modifica: Mer 29 Nov 2017

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