Festa del patrono: a Bari confronto su verità e 'fake news'

Raccontare la verità è possibile anche nell‘epoca delle ‘fake news’. È più difficile, le nuove tecnologie hanno ridotto i tempi per le verifiche delle notizie, la rete richiede presenza, immediatezza e velocità, ma i giornalisti non possono abdicare a tale responsabilità.

Non è solo una questione di etica, ne va della credibilità e della autorevolezza della comunicazione che deve avere il compito di costruire spazi comuni e ponti di pace. Fare sintesi e aprire un campo condiviso tra i vari interlocutori nell’era digitale in cui tutti possono produrre e diffondere opinioni diventa più che mai necessario. È quanto emerso dal convegno “Etica e comunicazione oggi tra conflitto e interessi, in dialogo con Mons. Vincenzo Pelvi, Arcivescovo di Foggia, Delegato alle Comunicazioni sociali per la Conferenza Episcopale pugliese”, organizzato a Bari dal Circolo delle Comunicazioni sociali Vito Maurogiovanni con il patrocinio dell’UCSI Puglia, in occasione di San Francesco di Sales.

“Siamo nell’epoca del <> - ha spiegato Adriano Fabris - docente di Filosofia morale ed Etica della Comunicazione all’Università di Pisa - in cui non esistono più gli opinion leader, tutti possono divulgare pareri. Ma se ognuno resta fermo nella propria idea è a rischio la democrazia e il futuro del Paese. Il confronto tra opinioni senza desiderio di sintesi porta alla violenza, al conflitto, alla subordinazione di un soggetto rispetto a un altro”.

La sintesi dunque diventa la strada privilegiata per accedere alla verità che è collegata alla responsabilità che usano i comunicatori nel dare le notizie, i quali non devono vivere nell’illusione di essere in possesso della verità. Quando un giornalista racconta un fatto è inevitabile che lasci anche la sua opinione. Il suo compito pertanto è contribuire a costruire quello spazio comune in cui ciascuno con la sua opinione sia rappresentato. Se così non fosse, ci sarebbe una rappresentazione narcisistica di sé.

Nel lavoro giornalistico è insita la missione di rilanciare relazioni umane perché la comunicazione è relazione. Non c’è niente di umano in una comunicazione che entra nella sfera emotiva delle persone, che punta al raggiungimento del primato della testata, non ritrae la verità. “Dobbiamo essere più coraggiosi e onesti a mettere la dignità della persona al centro della comunicazione che spesso cede il posto alla velocità e al profitto”, è la via per la verità indicata da Mons. Vincenzo Pelvi. Perché “La verità vi farà liberi”, ci ricorda Papa Francesco nel messaggio per la Giornata delle Comunicazioni Sociali.

Sono intervenuti al convegno anche Enzo Quarto, giornalista Rai e presidente del Circolo delle Comunicazioni sociali Vito Maurogiovanni, Benedetta Saponaro - docente di Bioetica all’Università di Bari, Laura Boella -docente di Filosofia morale ed etica della Comunicazione di Milano.

Ultima modifica: Sab 27 Gen 2018