A Genova l'Ucsi e 'Il Cittadino' presentano un libro per ricordare l'arcivescovo Pietro Boetto

La sezione ligure dell'UCSI (Unione Cattolica Stampa Italiana) ha accolto con gioia e interesse la proposta de Il Cittadino di patrocinare la pubblicazione di un volume sul Cardinale Pietro Boetto, Pastore eroico che tanto fece per la salvezza di Genova e degli ebrei che si rifugiarono in città per sfuggire all'odio razziale e alla deportazione nei lager.

L'onorificenza di 'Giusto tra le nazioni' conferita a Boetto dalla Commissione per la Designazione dei Giusti dello Yad Vashem, l'Ente Nazionale per la Memoria della Shoa di Israele a Gerusalemme, è stata l'occasione per tratteggiare la figura di un Arcivescovo che, oltre a compiere un grande lavoro a favore degli Ebrei, grazie alla collaborazione di alcuni sacerdoti altrettanto eroici, compì anche una straordinaria opera di mediazione per salvare Genova dalla distruzione, negli anni che precedettero la liberazione della città. Un impegno che gli valse un significativo titolo, ovvero quello di 'Defensor Civitatis'.

Una storia che probabilmente molti genovesi non conoscono e che vale la pena approfondire proprio grazie alle pagine di questo libro che vuole essere un doveroso contributo alla memoria, senza nessun intento celebrativo. La liberazione dal nazifascismo, infatti, avvenne grazie a tante forze militari e politiche che agirono verso un unico obiettivo, ma anche la missione della Chiesa giocò il suo ruolo.

Così come è doveroso ricostruire la memoria dei sacrifici che il Cardinale Boetto fece, insieme ad alcuni sacerdoti, per salvare tanti ebrei dai campi di concentramento.

Con l'approvazione delle leggi razziali, vennero aperte nel nord Italia diverse delegazioni per dare assistenza agli Ebrei chiamate 'DelAsEm' (Delegazione Assistenza Emigranti Ebrei) il cui centro direzionale era a Genova. In un primo momento gli uffici vennero sistemati in piazza della Vittoria, successivamente il Cardinale Boetto ne divenne il coordinatore e gli uffici si spostarono presso la Curia Arcivescovile, in piazza Umberto I, oggi piazza Matteotti. Genova quindi fu al centro di una catena di solidarietà che portò alla salvezza di un gran numero di Ebrei: anche in questo caso il libro vuole essere uno strumento di doverosa memoria che dia il giusto risalto ai sacrifici che il Cardinale Boetto fece, insieme ai suoi collaboratori, per far fronte alle richieste di tantissime persone che, compreso il rischio che correvano, non sapevano a chi rivolgersi per tentare una strada di salvezza.

Un'opera che ha ricevuto già riconoscimento dagli Ebrei, perché l'onorificenza di 'Giusto tra le nazioni', prima del Cardinale Pietro Boetto, è stata assegnata a tre sacerdoti che il libro ricorda al capitolo 4: Mons. Francesco Repetto, Mons. Carlo Ivo Salvi, Mons. Emanuele Levrero.

A fianco del Cardinale Boetto agirono, inoltre, Mons. Giuseppe Siri, allora Vescovo Ausiliare, e don Giovanni Cicali; ancora, sono citati nel libro Don Gian Maria Rotondi e Mons. Giacomo Massa, incarcerati per il sostegno agli Ebrei, e tra i laici, due coniugi genovesi 'Giusti tra le nazioni': Custo Emanuele e Rosetta.

Ultima modifica: Ven 2 Mar 2018