'Su di te sia pace'. Tre giorni di incontri ecumenici organizzati dall'Ucsi Puglia alla Fiera del Levante

Una nuova Pentecoste” l’ha definita Mons. Francesco Cacucci, Arcivescovo di Bari, riferendosi a quel che è accaduto nel capoluogo pugliese lo scorso 7 luglio, quando si incontrarono e pregarono insieme per la pace il Papa e i Patriarchi d’Oriente. Nella stessa città, venerdì 14 settembre, si è conclusa la tre giorni di incontri ecumenici che hanno inteso proseguire idealmente il dialogo interreligioso voluto da Papa Francesco. Il ciclo dal titolo “Su di te sia Pace, analisi di un dialogo internazionale”, è stato organizzato dall’UCSI Puglia in collaborazione con la Fiera del Levante.

Dalla pace alle testimonianze dai luoghi di conflitto in Medio Oriente passando per la figura di San Nicola: a parlarne voci autorevoli del panorama nazionale e internazionale, teologi e giornalisti che si sono confrontati in una location d’eccezione. Per l’occasione, infatti, è stato concesso un intero padiglione, dove è stata allestita una mostra fotografica, realizzata con il supporto dell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto, dei momenti più significativi dell’incontro ecumenico dello scorso luglio.

Immagine 1Ospiti del primo appuntamento di mercoledì 12, Mons. Francesco Cacucci, Arcivescovo della Diocesi di Bari-Bitonto, il presidente della Nuova Fiera del Levante, Alessandro Ambrosi, il vaticanista di Avvenire, Mimmo Muolo e Maria Luisa Sgobba, giornalista e presidente UCSI Puglia. La moderazione è stata di Renato Piccoli, giornalista RAI Puglia.

Ventuno colombe che spiccano il volo in simbolo di pace. Poco prima il fotografo ha colto l’immagine più significativa, quella di Papa Francesco e dei Patriarchi delle Chiese del Medio Oriente davanti alla Basilica di San Nicola.
Con questo ricordo ancora vivo nei nostri occhi e nella nostra memoria, Mons. Cacucci ha spiegato la portata dirompente di quell’evento che non può essere compreso senza la lettura degli Atti degli Apostoli, in particolare l’episodio della discesa dello Spirito Santo sugli apostoli, i quali insieme - “unanimi” è scritto nel Nuovo Testamento – escono dal cenacolo. Proprio come insieme erano il Papa e i Patriarchi nell’immagine evocata. Perché quelli di Papa Francesco non sono soltanto gesti dal forte valore simbolico. Sono azioni che s colpiscono il cuore e travalicano i confini del tempo, dei pregiudizi, delle discordie.

Ecco dunque la novità dell’incontro ecumenico: “Non ci si è riuniti per confrontarsi dottrinalmente ma per una Chiesa in uscita, per guardare fuori. Ci si è riuniti per il mondo. Oggi c’è una nuova sinodalità voluta con umiltà dal Papa. Abbiamo vissuto una nuova Pentecoste”, ha dichiarato con forza l’Arcivescovo Cacucci.

Una sinodalità che è nella vocazione della città di Bari, storica finestra sull’Oriente, e del suo patrono San Nicola. Al Santo più venerato dai cristiani è stato dedicato il secondo appuntamento, “San Nicola tra Occidente e Oriente. Ponte tra i popoli, comunione e accoglienza”, al quale hanno preso parte: Padre Giovanni Distante, Rettore Basilica di San Nicola, Padre Gerardo Cioffari, studioso nicolaiano, Reverendo Aleksej Dikarev, teologo russo nonché Sottosegretario al Dipartimento degli Affari Esteri del Patriarcato di Mosca, Enzo Quarto, giornalista Rai Puglia e Antonio Gelormini, giornalista Affaritaliani.it nelle vesti di moderatore.

Immagine 2In questa sede si è cercato di leggere l’evento del 7 luglio alla luce del ruolo simbolico del vescovo di Myra nell’incontro con i Patriarchi ortodossi: “Quel giorno a Bari si sono riuniti per pregare e riflettere sulla pace. È stata una testimonianza di insiemità!” ha dichiarato il Rettore della Basilica di San Nicola, che ha poi rilanciato la proposta di fare del Santo il patrono anche del Mediterraneo, in aggiunta al suggerimento arrivato da Enzo Quarto di nominarlo patrono dei bambini.

Inoltre, il reverendo Aleksej Dikarev del Dipartimento di Relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, ci ha ricordato che l’evento di Bari 2018 rientra in quello che ha definito un “trittico” della storia della Chiesa degli ultimi tre anni, dopo l’incontro all’Avana fra Papa Francesco e il Patriarca Kirill e la traslazione delle ossa di San Nicola in Russia.
Se “pace”, “ponte” e “unità” sono state le parole più utilizzate nei primi due giorni di confronti, nel terzo e ultimo incontro si è parlato di conflitti. A ricordare che la pace, quella autentica fondata sul rispetto e sul dialogo, è un lungo processo e richiede che ci si liberi dalle strumentalizzazioni, spesso dagli esiti devastanti.

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Oggetto dell’ultimo incontro, moderato dal giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno Onofrio Pagone, sono state “Le migrazioni dai luoghi di conflitto: testimonianze dal Medio Oriente”. A darne testimonianza, il teologo della Comunità monastica di Bose Padre Sabino Chialà, il Vescovo di Aleppo, Jean Clément Jeanbart, e il Vescovo copto di Guizeh nonché Segretario Generale dell’Assemblea della Gerarchia Cattolica in Egitto, Toma Adly Zaky. Questi ultimi arrivati a Bari rispettivamente dalla Siria e dall’Egitto. Fazzoletti di terra in cui il racconto della verità, per chi fa il mestiere del giornalista, è compito arduo. Ne è esempio Maurizio Di Schino, inviato di TV2000 e segretario nazionale dell’Unione Cattolica Stampa Italiana.


I cristiani in Egitto rappresentano una garanzia di unità”, sostiene Di Schino mentre mostra alla platea alcuni servizi realizzati in una piccola comunità gestita da suore cattoliche e in una scuola al Cairo. “Le persone più semplici sono le più predisposte alla cultura dell'incontro e della condivisione (...) La testimonianza che mi porto dietro è vivere con fede gli attentati”.

Parole forti che potrebbero essere comprese alla luce della consapevolezza che fenomeni come il populismo e il fondamentalismo costituiscono gli “angoli bui” di chi non riconosce nessun frammento di verità nell’altro.

“Dobbiamo spiritualizzare l’uomo e umanizzare la spiritualità” ha dichiarato il vescovo di Aleppo. In linea con lui, Mons. Zaky, il quale ha affermato che non esiste una contrapposizione tra cristiani e musulmani in Medio Oriente. Esistono invece convivenza e condivisione nella quotidianità, talvolta messe a repentaglio da scelte di una politica estera sbagliata. Per questo è necessario “uscire dai propri confini” – reali di fatto soltanto sulla carta – e aprirsi alla cultura del dialogo.

“Il fondamentalismo non può avere l’ultima parola”, ha affermato padre Chialà. “La verità non la ha nessuno; abbiamo bisogno dell’altro per capire di più”.
E se è vero che la verità non la possiede nessuno, è altrettanto vero che il ruolo del giornalista è quello di farsi tramite nella comunicazione con i cittadini-lettori. Questo il senso della tre giorni, meglio espresso nelle parole della presidente UCSI Puglia, Maria Luisa Sgobba:

“Il nostro compito è dunque raccogliere le voci, testimonianze spirituali e incisive, in quanto tener conto di ogni sfaccettatura della società rende chiara sia la strada intrapresa, che la destinazione verso cui ci si proietta, rende più evidente la vocazione del territorio che raccontiamo e più consapevoli della sensibilità di chi ci ascolta. Perché il nostro dovere resta quello di rendere la giusta rappresentazione della realtà”.

 

 

Ultima modifica: Lun 17 Set 2018