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Tra social network e tribù digitali, la mediazione giornalistica serve ancora

La pandemia ha cambiato il nostro rapporto con le istituzioni, con la politica e la democrazia. Nel frattempo alle porte dell'Europa il conflitto russo-ucraino non accenna a fermarsi. In questi anni è cambiata la comunicazione e sono cambiati i comportamenti sociali. Il percorso di costruzione identitaria dell’individuo è incentrato sulla rappresentazione del sé attraverso i social e sul consenso che ne riesce ad ottenere. Si tratta di fatto dell’evoluzione e dell’estremizzazione dei concetti base della società del consumo.

5 domande +1 a ChatGPT-4 sul giornalismo e l'informazione

Si scrive ChatGPT-4 e si legge intelligenza artificiale generativa. Un software basato su una versione più evoluta dell’intelligenza artificiale finora sperimentata: quella che ci aiuta a completare automaticamente il testo di un messaggio che stiamo digitando o quella che, attraverso gli assistenti personali vocali Alexa o Siri, ci restituisce subito risposte a nostri input vocali.

Il 'chi è chi' del giornalismo: attori e registi di un’informazione re-intermediata

Il sistema dell’informazione, non solo italiano, si trova ad affrontare oggi le conseguenze di un processo ormai più che ventennale, che ha investito tutti gli attori coinvolti nell’intermediazione giornalistica – dai giornalisti ai media, dai produttori di eventi (politici, aziende, sportivi, artisti, etc.) al pubblico – e che, apparentemente, ha generato una situazione paradossale e nebulosa, in seno alla quale è davvero difficile individuare, e a maggior ragione intraprendere, una via d’uscita.