Pandemia, uno spartiacque per curare l'infodemia (e non solo)
«Pensare significa anticipare»
(Michel Serres)
«Pensare significa anticipare»
(Michel Serres)
La pandemia ha cambiato il nostro rapporto con le istituzioni, con la politica e la democrazia. Nel frattempo alle porte dell'Europa il conflitto russo-ucraino non accenna a fermarsi. In questi anni è cambiata la comunicazione e sono cambiati i comportamenti sociali. Il percorso di costruzione identitaria dell’individuo è incentrato sulla rappresentazione del sé attraverso i social e sul consenso che ne riesce ad ottenere. Si tratta di fatto dell’evoluzione e dell’estremizzazione dei concetti base della società del consumo.
Si scrive ChatGPT-4 e si legge intelligenza artificiale generativa. Un software basato su una versione più evoluta dell’intelligenza artificiale finora sperimentata: quella che ci aiuta a completare automaticamente il testo di un messaggio che stiamo digitando o quella che, attraverso gli assistenti personali vocali Alexa o Siri, ci restituisce subito risposte a nostri input vocali.
Il sistema dell’informazione, non solo italiano, si trova ad affrontare oggi le conseguenze di un processo ormai più che ventennale, che ha investito tutti gli attori coinvolti nell’intermediazione giornalistica – dai giornalisti ai media, dai produttori di eventi (politici, aziende, sportivi, artisti, etc.) al pubblico – e che, apparentemente, ha generato una situazione paradossale e nebulosa, in seno alla quale è davvero difficile individuare, e a maggior ragione intraprendere, una via d’uscita.
Suscita una certa tenerezza vedere testate e redazioni fare a gara nel mettere in pagina gli artefatti di ChatGPT, nelle sue ultime versioni, con un florilegio di editoriali, cronache, rassegne stampa o interviste impossibili prodotte con il dispositivo di Microsoft.