L'attesa, lo sguardo, un'alba di luce

Il tempo d’Avvento evoca l’attesa - interrogativa e sofferta - avvertita con la diffusa sensazione di sguardi e di cuori attenti alle antiche promesse ed ai messaggi dei profeti che, nel cuore e nell’intelletto, sono come riverberi di luce da interpretare e da vivere.

Si guarda e si attende. L’universo - lo sappiamo tutti - ospita, in spazi profondi ed immensi innumerevoli infiniti mondi avvolti dal silenzio ed irraggiungibili: le stelle segnalano la loro presenza con luci disegnate su mappe notturne.

Così uomini e popoli, hanno guardato e guardano con stupore (Isaia 9), scrutano i cieli ed avvertono che alla fredda e muta notte dei sospiri e delle domande, dovrà esserci un’alba di luce.

Occorrerà però la disponibilità interiore nutrita dalla speranza, realtà questa che è garanzia di certezza, che non può essere delusa.

Estasi

Enrico Fermi (Roma, 29 settembre 1901 – Chicago, 28 novembre 1954), scienziato famoso, premio Nobel per la fisica (1938) così parla del credente che cerca e scruta il mondo, il cielo e la terra, le creature avvolte dai misteri dell’universo in un breve racconto in certa misura si può dire autobiografico: «Una notte, mentre aspettavo il sonno, tardo a venire, seduto sull’erba di un prato, ascoltavo le placide conversazioni di alcuni contadini. Uno di loro parla di rado e prende la parola per dire cose opportune, sensate e qualche volta sagge. Ruppe il silenzio, ma non l’incanto, la voce grave di un grosso contadino, rozzo in apparenza, che stando disteso sul prato con gli occhi volti alle stelle, esclamò, quasi obbedendo ad una ispirazione profonda: “Com’è bello! E pure c’è chi dice che Dio non esiste”». M. Micheli, Enrico Fermi e Luigi Fantappié. Ricordi personali, “Responsabilità del sapere” (1979), pp. 21-23. (Il testo: Da una testimonianza attribuita dall’autore ad Enrico Fermi).

Ecco la Luce

L’avvento prelude al giorno fatto, passando attraverso l’attesa; l’alba che la sentinella scruta senza stancarsi.

Viene il Salvatore; viene Gesù.

«Mi gridano da Seir: “Sentinella, quanto resta della notte? Sentinella, quanto resta della notte?”. La sentinella risponde: “Viene il mattino, poi anche la notte; se volete domandare, domandate, convertitevi, venite!”» (Is 21,11-12).

00La certezza della speranza si fonde con l’inquietudine perché bisogna vegliare. Faticosamente.

Viene il Salvatore, viene nell’accendersi della prima luce del giorno.

Gli umili e i poveri sono i primi ad accoglierlo.

«Poiché un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il segno della sovranità
ed è chiamato:
Consigliere ammirabile, Dio potente,
Padre per sempre, Principe della pace;
grande sarà il suo dominio
e la pace non avrà fine...» (Is 9, 5.6)

La gioia fa brillare il cielo e la terra; sulla grotta di ogni cuore salvato danzano gli angeli. Sui monti e nelle case brilla l’annuncio: Gesù dona la pace a tutti.

* L'autore, don Bruno cappato, è consulente ecclesiastico dell'Ucsi Veneto

Ultima modifica: Lun 19 Dic 2022