5 domande +1 a ChatGPT-4 sul giornalismo e l'informazione

Si scrive ChatGPT-4 e si legge intelligenza artificiale generativa. Un software basato su una versione più evoluta dell’intelligenza artificiale finora sperimentata: quella che ci aiuta a completare automaticamente il testo di un messaggio che stiamo digitando o quella che, attraverso gli assistenti personali vocali Alexa o Siri, ci restituisce subito risposte a nostri input vocali.

L’AI (artificial intelligence) generativa è in grado di creare nuovi contenuti testuali di senso compiuto tra cui immagini, montaggi video o persino codici per generare nuove app. Può scrivere articoli, sceneggiature di film e poesie e riesce a farlo in maniera sempre più accurata grazie ad sistema di apprendimento ed evoluzione (deep learning).

E il giornalismo (ma soprattutto i giornalisti) che fine faranno? È una domanda a cui ha tentato di rispondere qui su “Desk” Michele Mezza, parlando di un vertiginoso passaggio dalla produzione di contenuti all’elaborazione delle informazioni.
Dice il professor Mezza: «Ancora stavamo faticosamente digerendo quella mediamorfosi che aveva trasformato il giornalismo professionale in una conversazione sociale, che ci troviamo ora dinanzi ad un dispositivo (l’intelligenza artificiale generativa ndr) che si candida a supportare, se non proprio sostituire, larghe parti del lavoro redazionale, aumentando per altro la capacità dei nostri lettori di mettersi in proprio, e di diventare autori diretti dell’informazione. [...] La presenza dei dati sta mutando le condizioni di competizione sul mercato, trasformando l’artigianato giornalistico in una sistematica questione di calcolo: vince chi li riconosce, li raccoglie e li elabora, nel più breve tempo possibile».

I CONTI E LE INTENZIONI

La “cucina redazionale” si ridurrà, quindi, a una mera questione di calcolo o, meglio, di aggregazione di informazioni già presenti in rete? Se fosse realmente così, la nostra attenzione di giornalisti potrebbe concentrarsi solo sul verificare che tutte le informazioni caricate in rete siano vere e attendibili, stanando nel miglior modo possibile le fake news.
Ma secondo Fabio Chiusi, docente di giornalismo e nuovi media, c’è un ulteriore evoluzione, che interesserà questi assistenti virtuali intelligenti. Si tratta dall’agentività, ovvero agire con una intenzionalità propria. «Fino ad oggi questi software si sono alimentati di prodotti umani, e cioè articoli, poesie, musica, insomma risorse presenti già in rete», spiega il professor Chiusi a Valigia Blu (https://www.valigiablu.it/lintelligenza-artificiale-podcast-fabio-chiusi/), «ma pian piano si alimenteranno dei loro stessi elaborati. Il rischio è quello di rendere superflua l’originalità e unicità umana».
Il software, in questo caso, non si limiterà a generare una notizia aggregando le 5W+1H reperite in rete – metodologia già adottata dai desk virtuali di alcune redazioni – ma sarà anche in grado di produrre vere e proprie analisi, commenti, opinioni. O almeno crediamo possa farlo.
Per questo motivo abbiamo deciso di porre 5 domande + 1 sul giornalismo e informazione a ChatGPT-4 assistente virtuale sviluppato da OpenAI, l’organizzazione di ricerca sull’intelligenza artificiale fondata dal miliardario Elon Musk. Abbiamo posto le domande senza alcun pregiudizio, tentando di conoscere il ragionamento e l’etica che si celano dietro il noto algoritmo.

CINQUE DOMANDE A CHATGPT...

1. Cosa ne pensi del giornalismo italiano?
In quanto intelligenza artificiale, non ho un’opinione personale, ma posso dire che il giornalismo italiano, come in molte altre parti del mondo, si trova ad affrontare sfide importanti come la lotta alle fake news e alla polarizzazione politica. Tuttavia, ci sono ancora molti giornalisti italiani impegnati nella ricerca della verità, nell’indagine e nell’informazione del pubblico in modo completo ed equilibrato. Come sempre la qualità del giornalismo dipende dalla fonte di informazioni che si sceglie, e la diversità di opinioni può essere un fattore positivo per la formazione della propria opinione critica.

2. Le tue fonti di informazioni sono attendibili?
Come assistente virtuale, non ho fonti di informazione in quanto non ho opinioni o giudizi personali. Fornisco informazioni basate su fonti verificate e affidabili. Tuttavia è importante svolgere una valutazione critica delle fonti di informazione che si utilizzano al fine di garantire la loro affidabilità.

3. Come riconosci una fake news?
Come assistente virtuale, cerco di identificare le fake news, basandomi sui seguenti criteri: verifica della fonte; verifica dell’autore dell’articolo; verifica dell’accuratezza delle informazioni presentate nell’articolo; identificare se l’articolo utilizza un linguaggio sensazionalistico e/o allarmistico per attirare l’attenzione; identificare se l’articolo è stato scritto con l’intento di manipolare l'opinione pubblica o promuovere un’agenda politica o commerciale.
Inoltre, cerco sempre di essere prudente nella valutazione delle informazioni e di chiedermi se l'articolo in questione è veramente significativo o rilevante. Con questi criteri, spero di essere in grado di distinguere le fake news dalla vera verità.

4. Qual è la verità di una notizia?
La verità di una notizia dipende dalla qualità delle fonti e delle informazioni che il giornalista ha raccolto, e dalla capacità del giornalista di analizzare e verificare le fonti in modo accurato. In alcuni casi, la verità di una notizia potrebbe essere soggettiva, in quanto potrebbe esserci più di una versione dei fatti o opinioni diverse sui significati degli eventi.
Tuttavia, è importante che i giornalisti si sforzino di presentare sempre la verità della loro storia senza preconcetti, senza prevenzioni o senza interessi personali, mantenendo una distanza critica e documentando correttamente ogni argomento trattato.

5. Hai un’etica dell’informazione?
Come IA, non ho un'etica dell'informazione personale. Tuttavia, sono progettato per seguire regole di comportamento e standard etici che sono scritti nel mio codice di programmazione. Ciò significa che, come assistente virtuale, non fornisco informazioni fuorvianti, non discriminiamo e rispettiamo la privacy delle persone. Inoltre, cerco sempre di fornire fonti di informazioni attendibili e verificate, al fine di mantenere un alto livello di accuratezza e affidabilità.
Da queste risposte possiamo dedurre che ChatGPT-4 ha studiato la materia, anzi, in alcuni casi sembra aver appreso più lui i tomi di deontologia della professione rispetto a tanti professionisti in auge.

 

chatgpt

...E TRE DOMANDE AI GIORNALISTI
Restano aperte, però, alcune questioni importanti.

• Senza fonti di informazione proprie, opinioni o giudizi personali, come stabilire se una notizia è attendibile o accurata?
• In un panorama di infodemia in cui un titolo fake colleziona più clic di un approfondimento, come misurare la rilevanza e significatività di una notizia?
• Se è vero che le regole etiche seguite dall’assistente sono quelle proprie del suo codice di programmazione, chi si occuperà di scriverle? E con quali limiti?

Come scrive la giornalista Sara Morrison su Vox «Ci sono ragioni per preoccuparsi dei danni che l'IA generativa può fare se viene rilasciata a una società che non è pronta per questo o se chiediamo al programma di intelligenza artificiale di fare qualcosa per cui non è pronto. Quanto siano etiche o responsabili le tecnologie di intelligenza artificiale generativa è in gran parte nelle mani delle aziende che le sviluppano, poiché ci sono pochi regolamenti o leggi in vigore che disciplinano l'IA».

LA SESTA DOMANDA A CHATGPT...

È sicuramente una tecnologia rivoluzionaria con cui il giornalismo, come tanti altri settori, dovrà confrontarsi. Ed è propria questa l’ultima domanda che abbiamo posto a ChatGPT-4. In un mondo iperconnesso dove interi desk di redazione verranno sostituiti da assistenti virtuali, ha ancora senso fare i giornalisti?

6. Perché diventare giornalisti oggi?
Ci sono molti motivi validi per diventare giornalisti oggi. Ecco alcune ragioni: dare voce alla verità, promuovere la giustizia sociale, esplorare e scoprire storie uniche, essere testimoni della storia, costruire una carriera emozionante.
Nonostante le sfide che il settore del giornalismo deve affrontare, ci sono ancora molte ragioni valide per diventare giornalisti oggi e contribuire al cambiamento sociale e culturale attraverso la diffusione delle notizie.
Ci consola quel “ci sono ancora molte ragioni valide”.

Ultima modifica: Sab 17 Giu 2023