Le tante povertà e derive comunicative

La nostra società si presenta complessa sotto tanti aspetti e il volto della povertà viene descritto in tanti modi. Papa Francesco nella VI Giornata Mondiale dei Poveri 2023 ha inviato un messaggio che mette a nudo cosa significa essere poveri. Ha analizzato il dramma della pandemia e della guerra. L'impegno dovrebbe essere quello di ritrovare la solidarietà perché: «più cresce il senso della comunità e della comunione come stile di vita e maggiormente si sviluppa la solidarietà». Il Papa ha affermato che è necessario impegnarsi perché a nessuno manchi quello di cui ha bisogno e soprattutto: «la povertà che uccide è la miseria, figlia dell’ingiustizia, dello sfruttamento, della violenza e della distribuzione ingiusta delle risorse. È la povertà disperata, priva di futuro, perché imposta dalla cultura dello scarto che non concede prospettive né vie d’uscita”. Una giornata dedicata ai poveri e alla povertà che è servita per fare un esame di coscienza personale e comunitario. Oggi, abbiamo bisogno di trovare alcuni riferimenti e sono tanti gli uomini che si sono distinti per le loro virtù e i loro valori.

La storia ci ricorda l'esempio di un sacerdote che allora fu considerato “scomodo” e che invece ci ha lasciato grandi insegnamenti e questo prete si chiamava Don Milani.

Sono trascorsi 56 anni dalla morte di Don Milani e prima di morire, circondato dai suoi studenti, sottolineò l'amore per i suoi alunni sostenendo di averli amati più di Dio e sperava che Dio non attenzionasse «queste sottigliezze».
Un maestro e un sacerdote che ha amato la scuola e ha cercato, con impegno e dedizione, di migliorarla e di accogliere tutti. Un impegno talmente assoluto che ha reso il messaggio di Don Milani forte, attuale e allo stesso tempo urgente. Un'attenzione agli ultimi, ai più poveri e a chi non riusciva ad integrarsi.
Le parole vanno scelte con attenzione e con cura, perché sono le parole a fare sempre la differenza. La semplicità unita all'amore, arriva dritta al cuore e questi i suoi allievi lo percepivano.
Don Milani credeva nell'espressione “I CARE”, che vuol dire “mi sta a cuore” ed ecco il bisogno di dar vita ad una scuola che abbia a cuore i ragazzi, ma tutti i ragazzi uno per uno. Un successo formativo che comprenda ogni singolo alunno.

UNA SOCIETÀ “GUARDAROBA”

Uomini come Don Milani hanno lasciato messaggi densi di significato che vanno letti nella nostra contemporaneità e alla luce di quella che viene definita “società dello scarto”.
La cultura dello scarto trova posto facilmente e sta a noi cercare di trovare delle soluzioni e delle risposte. Una società “guardaroba” in cui è facile disfarsi degli oggetti e delle persone. Viviamo all’interno di un grande catalogo e ci muoviamo all’interno di pagine virtuali, dove è rimasta poca umanità e pochi valori.

Il grande sociologo Zygmunt Bauman sostiene, che eliminiamo tutto ciò che è in discordanza con il nostro sentire. E questo apre a quel concetto di consumismo identitario, che alimenta il provvisorio. Così ciascuno, sulla propria lavagna, scrive e cancella con un colpo di spugna.
Le tendenze narcisistiche, l’Io performativo, l’iper-consumismo economico e anche dei sentimenti, la precarizzazione delle relazioni, adolescenti a cui è instillata la cultura della prestazione, che li fa sentire importanti, stimolando la messa in atto di tutte quelle strategie che consentono l’ottenimento del risultato, il like o i cuoricini sulle piattaforme virtuali.

Si va verso una sempre più spiccata mancanza di riconoscimento dell’altro, l’individuo si allontana dall’impegno e dal sacrificio. Diventa fondamentale riflettere su quale ruolo deve rivestire l’etica nella società digitalizzata, quali domande l’individuo è chiamato a porsi rispetto alla sua identità sociale e al suo ruolo nella comunità.

Ho molto apprezzato quanto ha scritto nei suoi testi, davvero appassionanti, il professore di filosofia dell’Università di Berlino, di origine coreana, Byung-Chul Han, che nel suo libro “Come abbiamo smesso di vivere il reale” spiega appunto come abbiamo perso il contatto con il reale e esprime la necessità di tornare a rivolgere lo sguardo alle cose concrete, modeste e quotidiane. Le sole capaci di starci a cuore e di stabilizzare la vita umana. Scrive: «Non abitiamo più la terra e il cielo, bensì Google Earth e il Cloud». Il mondo si fa sempre più inafferrabile, nuvoloso e spettrale.
Tutti risucchiati da questi media narcisistici, che si fondano sulla proliferazione dell’iper-rappresentazione che conduce verso una fragilizzazione e all'incapacità di costruire legami. Come se non bastasse, da tempo stanno vincendo tutti gli ismi: i cattivismi, gli individualismi, gli egoismi.

Ho avuto il privilegio di conoscere nell’Università di Messina, dove insegno, il sociologo e filosofo Edgar Morin. In una recente intervista su “La Lettura” del “Corriere della Sera”, ha sottolineato come «l’individualismo, per esempio, pur invocando giustamente la responsabilità che ognuno deve assumersi in quanto individuo, può esprimere anche un pericoloso egoismo. Stiamo assistendo al degrado della solidarietà come pieno riconoscimento dell’umanità dell’altro. Oggi ci sono troppe persone che soffrono la tragedia della solitudine. C’è una politica di solidarietà da sviluppare. C’è urgente bisogno di un enorme cantiere”. Ed il paradosso pronunciato dal sociologo Zygmunt Bauman che la società più dotata di tecnologie è piena di solitudine ed è quella stessa società che aveva etichettato come liquida e colma di vuoti.

PERICOLI SEMPRE NUOVI PER LE NUOVE GENERAZIONI

La pandemia ci ha fatto scoprire come tutto si può trasformare improvvisamente e molti di noi hanno avvertito un forte senso di solitudine. Questa emergenza ha evidenziato che sono in atto nella società diversi pericoli per le nuove generazioni, legati ad un uso non consapevole delle nuove tecnologie. Fenomeni sempre più violenti ed estremi. Basti pensare al cyberbullismo, al bullismo, al sexting, al body shaming, che hanno come protagonisti proprio i giovani.

I ragazzi vivono una doppia dimensione del corpo come centro di potere, «un portatore visibile di identità di sé», e strumento per esibirsi nell’universo social e questo li espone a rischi incredibili. I dati che riguardano gli abusi sui minori sono davvero allarmanti. Uno dei reati di cui si sta discutendo è il sextortion, un ricatto a sfondo sessuale per sottrarre con l'inganno denaro. Nel 2021 è stato rilevato, da un report della Direzione centrale della polizia criminale, un +94 per cento rispetto al 2020.

L'agenzia ANSA ha pubblicato nuovi elementi preoccupanti che si sono registrati nel 2022. Le percentuali sono state elaborate sull'andamento dei reati riconducibili alla violenza nei confronti dei minori, realizzato dal Servizio analisi criminale coordinato dalla Direzione centrale della polizia criminale. Sembra proprio che siano cresciuti i reati sessuali commessi nelle scuole.
Infatti, si legge: «Il maggiore aumento nel 2022 riguarda l'abuso dei mezzi di correzione, la violenza sessuale e la violenza sessuale aggravata, perché commessa presso istituti di istruzione: per quest'ultimo l'incremento è del 54% (con un aumento del 58% delle vittime). In generale, per quanto riguarda i reati contro i minori, tra le vittime prevale quasi sempre il genere femminile. La fascia anagrafica con il più alto numero di vittime è quella sotto i 14 anni e tra gli autori dei reati prevalgono gli uomini di età compresa tra i 35 ed i 64 anni (62 per cento)».
La pedopornografia è un dramma del nostro tempo e anche Papa Francesco è intervenuto in diverse occasioni per spiegare la gravità del problema. Gli adulti hanno il dovere di ascoltare i bisogni dei più piccoli e di comprendere ogni loro silenzio.
Il ruolo della famiglia è cambiato nell’era della comunicazione digitale. Le relazioni familiari nell'era della generazione multitasking mostrano come non si sia più tempo per guardarsi negli occhi.
Molto spesso, genitori con profili Facebook e figli utilizzatori di Instagram e Tik Tok. È la piena affermazione della “famiglia post famiglia”, dove i membri passano più tempo con la tecnologia che fra loro, e la pandemia ha solo acuito un percorso già iniziato, in modo quasi inesorabile, da alcuni anni.

Purtroppo, la conseguenza è che diventa sempre più alto il livello di incomunicabilità tra figli e genitori. Tantissimi i racconti di genitorialità fragile senza supporti, dove i genitori tentano la comunicazione con i figli divisi tra soggiorno e camera da letto collegati attraverso le chat dei social network. L’isolamento di genitori che non riescono a dialogare e che poco conoscono dei propri figli.

Questo comporta un'estremizzazione degli atteggiamenti e mette in evidenza una considerevole fragilità delle nuove generazioni. All'interno di queste dinamiche si evidenziano devianze, in primis proprio la semplicità e velocità di utilizzo offerte dalla tecnologia, che tendono ad annullare il tempo della riflessione, strumento essenziale in percorso di crescita e costruzione identitaria. L'assenza di punti di riferimento porta i giovani ad esporsi a innumerevoli rischi legati alle nuove tecnologie e a pericolose dipendenze.

Il 28 marzo 2023, il portale dell'Istituto Superiore di Sanità ha reso noti i risultati della prima indagine portata avanti dal Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità (LEGGI QUI). A quanto pare: «Oltre un milione e 150mila adolescenti in Italia sono a rischio di dipendenza da cibo, quasi 500mila potrebbero avere una dipendenza da videogiochi mentre quasi 100mila presentano caratteristiche compatibili con la presenza di una dipendenza da Social Media, ed è diffuso anche il fenomeno dell’isolamento sociale (conosciuto come Hikikomori nella sua manifestazione clinica estrema), che riguarda l’1,8% degli studenti medi e l’1,6% di quelli delle superiori. Inoltre, proprio coloro che presentano rischio maggiore sono quelli che maggiormente dichiarano di avere difficoltà a parlare con i propri genitori di cose che li preoccupano».
I dati ottenuti da questa inchiesta confermano ancora una volta le percentuali delle mie ricerche scientifiche, raccolte a partire dai primi mesi della pandemia. Mi sono occupato tante volte di analizzare fenomeni come il Vamping o gli Hikikomori, dando rilievo a quanto possano compromettere le vite dei preadolescenti e degli adolescenti.
Insomma, il problema delle dipendenze va trattato con attenzione, ed è necessario trovare delle soluzioni. Il mondo reale e il mondo virtuale viaggiano su rette parallele ed è evidente che la fotografia è quella di una generazione disorientata.

La realtà che oggi osserviamo ci mostra che comportamenti prima considerati marginali, ora sono capillarmente diffusi.
A fronte di queste evidenze, il mondo degli adulti appare distante, mentre le paure degli adolescenti crescono, avvolti dalla tecnologia, la utilizzano perché questa è l’era della società digitale, dei nativi digitali, che ci presenta un prezzo forse troppo alto da pagare.

L’URGENZA DI INTERVENIRE

Allora, dobbiamo creare un'alleanza che coinvolga la parrocchia, la scuola, l'università e le associazioni per educare ai sentimenti e non al consumismo. Stiamo vivendo una vera emergenza educativa e culturale che deve essere affrontata e superata.
In questa epoca così difficile, abbiamo il dovere di colmare i vuoti, di informare i giovani e di trasmettere loro nuovi modelli culturali. La necessità che abbiamo è quella di trovare nuovi strumenti per educare e proteggere i bambini dai pericoli che minacciano la loro tranquillità e la loro gioia di vivere. Non possiamo aspettare altri casi di cronaca, ma serve intervenire subito e serve non avere paura di denunciare qualsiasi tipo di violenza. Non dimentichiamoci che il sorriso di un bambino è la cosa più bella del mondo e i grandi ne sono responsabili.

Proprio per questo motivo, i giovani devono essere aiutati perché, nonostante siano nati in epoca digitale, non hanno gli strumenti d'interpretazione per affrontare da soli questi nuovi ambienti.
I ragazzi devono tornare ad essere al centro dei processi formativi perché, cosi come ha scritto Maria Montessori, abbiamo l'obbligo di offrire ai bambini e ai giovani un raggio di luce e questa luce deve essere colma di consapevolezze, di certezze e di prudenza in mondo che li tutela sempre meno.

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Ultima modifica: Sab 27 Mag 2023