televisione

Se per qualcuno i giorni delle festività natalizie rappresentano un periodo dell'anno che forse più di altri si presta alla permanenza, per un po' tempo, davanti alla TV, per qualcun altro sono un tempo in cui continuare a farla, la tv, o almeno consentire che certi messaggi, attraverso di essa, passino.

Se per qualcuno i giorni delle festività natalizie rappresentano un periodo dell'anno che forse più di altri si presta alla permanenza, per un po' tempo, davanti alla TV, per qualcun altro sono un tempo in cui continuare a farla, la tv, o almeno consentire che certi messaggi, attraverso di essa, passino.

In ogni nostra casa ci sono cinque televisori. Ne abbiamo due a testa.

Dati parzialmente positivi nell'ultimo periodo analizzato dallo studio di R&S Mediobanca sul settore televisivo dal 2012 al 2016.

Comincia un’altra settimana e ciascuno di noi passerà in media 10 ore e 40 minuti negli spostamenti (fonte Ipsos); tuttavia anche in questo tempo non potremo fare a meno della tv.
Infatti quando ci spostiamo, soprattutto in treno (ci stiamo in media un’ora alla settimana), il consumo non si interrompe, grazie soprattutto ai canali streaming che oramai forniscono in diretta o in differita video e interi programmi per tutti i gusti.

La televisione nel suo complesso è ancora in salute. Lo dimostra l’ultimo rapporto del Censis, che rileva come siano cresciuti sia gli usi tradizionali che quelli innovativi.  E i telegiornali restano la prima fonte di informazione per il 60,1% degli italiani. Punte di ascolto per i più anziani: 73,2%, ma buoni risultati anche tra gli under 30 (42,3%). In una settimana Facebook è utilizzato dal 30,1% degli italiani per informarsi.

Ad un anno esatto dal primo caso di Covid in Italia, emergono alcuni dati interessanti da una ricerca che hanno condotto Agenas (l’agenzia regionale per i servizi sanitari regionali) e la Scuola Superiore Sant’Anna.

Entro il 2019 il 26% del consumo globale dei media avverrà sul mobile, e il dato è in crescita rispetto al 19% del 2016. Il tempo medio speso per la navigazione su mobile da browser e da app è di 122 minuti al giorno, in crescita di 10 minuti al giorno dal 2010.

Non si discosta molto dalle considerazioni dell’ultimo Rapporto sulla Comunicazione Censis-Ucsi l’analisi che fa l’Agcom sul ‘consumo’ di informazione in Italia.

La spesa pubblicitaria globale su internet supererà quest’anno la soglia simbolica dei 200 miliardi di dollari, battendo la televisione, in crescita ma "ferma" a 192 miliardi di dollari.

Nel 2013, prima delle ultime elezioni politiche, il Centro di ricerche e servizi sulla comunicazione (CiCo) dell'Università di Pisa, coordinato da Adriano Fabris, aveva condotto un'analisi approfondita di quella campagna elettorale. "I risultati - dice ora il prof. Fabris al nostro sito - erano stati molto interessanti, perché avevano ribaltato l'idea molto diffusa che il web potesse prendere il sopravvento sulla televisione e sulle piazze". Di nuovo però adesso c'è davvero poco, ed è per questo, spiega, che quell'analisi non è stata ripetuta cinque anni dopo.

Al festival del giornalismo culturale di Urbino è intervenuto anche il presdiente dell’Ordine dei giornalisti Carlo Verna.

Si riduce del 25% in Italia la vendita di quotidiani. Nel mese di giugno 2020 in termini assoluti la vendita (su carta e digitale) è pari a circa 2,1 milioni di copie, un quarto in meno del 2019.

La tv non frena la sua corsa e, nonostante l’affermazione di nuovi media, il settore televisivo ha fatto registrare, nelle imprese principali, un incremento di 300 milioni di euro di ricavi nell’ultimo quadriennio.

A pochi giorni ormai dal settantesimo anniversario della Rai (3 gennaio) , si è celebrata la giornata mondiale della televisione.

Sono stati pubblicati i dati della nuova edizione del ‘Focus Tv’, realizzato dall’Area Studi Mediobanca con l’analisi dell’andamento dei principali operatori tv italiani. Emerge con evidenza che nel periodo tra il 2013 e il 2017 oltre il 90% del mercato televisivo italiano si sia concentrato in mano ai principali operatori.

I nuovi dati dell'Osservatorio sulle comunicazioni dell’Agcom rilevano una perdita in un anno che sfiora il 10% delle copie cartacee. Rispetto al 2021 diminuiscono del 5% anche le copie digitali dei quotidani (che comunque salgono del 13% su base quadriennale).

I consumi televisivi, nel mese di settembre, sono diminuiti di 1,37 milioni nel “giorno medio”. La Rai è leader (34,7%) e si impone anche nella fascia di prima serata. Perde (poco) Mediaset (che però guadagna rispetto al 2017), in flessione anche Sky.

Sorpresa: anche i giovani adulti, i cosiddetti Millennials, in questo periodo, scoprono la televisione. Saranno le nuove abitudini, sarà il blocco forzato a casa, fatto è che tutte le indagini rivelano che stanno riscoprendo la “tv generalista.

L’ultima rilevazione dell’osservatorio Agcom sui media rileva che da gennaio a a settembre le copie digitali dei giornali sono stabili ma perdono il 10% quelle cartacee. Ancora: crescono TikTok e X e tra le piattaforme streaming tengono Prime e Disney+ ma cala gli ascolti Netflix.