Oltre settecento persone per il libro di Borrometi. Si replica a Siracusa
“Dobbiamo costruire una società d’amore e non una società d’onore. Dobbiamo crederci tutti e tutti abbiamo delle responsabilità a qualsiasi livello. La nostra terra è bellissima e non può continuare ad essere infangata”.
E’ con queste parole che il giornalista Paolo Borrometi ha esordito nella presentazione del suo libro “Un morto ogni tanto”, venerdì sera, nella chiesa di Sant’Alfio a Lentini davanti ad oltre settecento persone, dove sono interventi il comandante del Nucleo Investigativo del Comando provinciale dei carabinieri di Siracusa Vincenzo Alfano, il presidente regionale dell’Ucsi Sicilia Domenico Interdonato, il consigliere nazionale dell’Ucsi Gaetano Rizzo, il segretario provinciale dell’Assostampa Siracusa Prospero Dente e il parroco don Maurizio Pizzo.
La presentazione è stata intervallata dalla musica di Erika Ragazzi. L’incontro, moderato dal consigliere nazionale Ucsi Salvatore Di Salvo, è stato promosso e organizzato dall’Ucsi Sicilia e dall’Assostampa Siracusa e dalla parrocchia Santa Maria La Cava e Sant’Alfio. Hanno partecipato i due sindaci di Lentini Saverio Bosco e Carlentini Giuseppe Stefio, assessori e consiglieri comunali e tantissimi cittadini e rappresentanti delle associazioni, dei club service e dei circoli di Lentini e Carlentini.
Il libro prende il nome dalle intercettazioni del 10 aprile scorso in cui la Polizia di Pachino aveva intercettato i dialoghi del capomafia di Pachino che anticipava ai figli: che ci sarà "u iocufocu” (ci saranno i fuochi d'artificio, lo scoppio della bomba), come c'era negli anni '90. Ogni tanto un “murticeddu (un morto) vedi che serve”.
Il giornalista durante la presentazione ha anche fatto una riflessione sulla sua vita da scortato: “Vivere sotto scorta? Un inferno, ma ho preservato la mia libertà di pensiero, che è quella più importante”.