Così mi piace raccontare Papa Francesco...

Dieci anni di Papa Francesco. Per l’Ucsi il momento più alto è stato l’udienza per i 60 anni dell’associazione, il cui messaggio arricchisce quella pastorale della comunicazione distribuita in occasione della giornata di san Francesco di Sales, ma incarnata quotidianamente con il suo inconfondibile stile di buon comunicatore.

Domenica la Fraternità di Romena, fondata da don Gigi Verdi, ha dedicato a questo decennale un momento molto intenso, con tre testimonianze forti: il pastore protestante argentino Marcelo Figueroa, grande amico di Bergoglio, Paolo Ruffini, ministro della comunicazione vaticana e Annachiara Valle, inviata e vaticanista di Famiglia Cristiana.

Il sorriso e la fatica sembrano essere i tratti distintivi di questa figura che sta segnando un cambiamento d’epoca, per usare una sua espressione. Il sorriso è di chi ha chiaro l’orizzonte, anche se non si illude di vedere i risutati della semina; la fatica è di chi avverte su di se l’impegno e il peso della chiesa intera, per accompagnarla, assecondandone i tempi, verso la missione che Cristo le ha assegnato, verso un nuovo umanesimo.

Le testimonianze dei tre ospiti di Romena hanno messo in luce la profonda umanità di questo papa, con episodi davvero commoventi. Un’immagine, riconosciuta da tutti, mi ha colpito: quella di un uomo che ha uno sguardo generale aperto sul mondo, ma che quando incontra una persona le offre la certezza che, in quel momento, esista solo lei. Alla domanda di Massimo Orlandi: "perché diresti grazie al papa?", i tre offrono al pubblico tre aneddoti.

Paolo Ruffini ha raccontato il colloquio di lavoro più surreale: il papa che lo chiama con numero privato per dargli appuntamento, lui che per l’emozione si scorda l’orario e quindi, per non sbagliare, si presenta con un paio d’ore di anticipo. Mentre aspetta, e si mette a lavorare, arriva un’”ombra”, che lo fa sussultare... il colloquio che ne segue, racconta sorridendo Ruffini, è un non-colloquio di lavoro, perché il futuro ministro, piuttosto che accreditare le sue competenze, elenca “tutto ciò di cui non ero capace” venendo da un mondo che poco aveva a che fare con reti, vescovi, curie.. forse era proprio quello che il papa stava cercando...

Molto toccanti gli aneddoti di Marcelo Figueroa e Annachiara Valle. Marcelo ha raccontato di un suo momento molto difficile, per una malattia, che aveva condiviso con l’amico Francesco. Ebbene, nei giorni più difficili il pontefice lo chiamava ogni giorno per un aggiornamento sulle condizioni di salute. Arriva poi il giorno dell’intervento. Ebbene, l’amico argentino saprà solo successivamente che quel giorno, il papa, impegnato in un importante incontro ecumenico, all’ora fatidica aveva interrotto l’incontro pregando i presenti di pregare per questo grande amico, affidandolo alla volontà di Dio.

Infine Annachiara, alle prese anche lei con la malattia del padre, un uomo dalla somiglianza particolare con Francesco. In un volo con il papa gli aveva chiesto una preghiera. Nel volo successivo è lo stesso pontefice a ricordarsi e chiedere un aggiornamento sulle sue condizioni. La collega gli fa vedere la foto in cui si nota questa somiglianza. Una testimonianza diretta di come il papa esalti la relazione personale, si ricordi di tutto, nonostante i suoi mille pensieri e se sei in quel momento con lui ti faccia sentire la persona più importante. È cosí oggi che mi piace raccontare Papa Francesco.

Sotto: il grande altare di Romena che rappresenta la Santa Famiglia che non trova posto:

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Ultima modifica: Lun 13 Mar 2023

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